Petizione delle donne arabe per la dignità e l’uguaglianza

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In occasione della giornata internazionale della donna, otto donne arabe hanno lanciato una petizione che sarà presentata al Consiglio Europeo del 25 maggio prossimo.

Si tratta di Souhayr Belhassen, Presidente della Federazione Internazionale dei diritti dell’uomo (Tunisia), Bochra Belhadj Hmida, avvocato e cofondatrice dell’Associazione tunisina delle donne democratiche, Shahinaz Abdel Salam, attivista egiziana, Nawal El Saadawi, medico psichiatra, scrittrice e attivista per i diritti delle donne, egiziana, Tahani Rached, regista egiziana, Samar Yazbek, scrittrice siriana, Azza Kamel Maghur, avvocato e membro del Consiglio libico per i Diritti dell’uomo, Wassila Tamzali, scrittrice algerina.

Qui di seguito una traduzione parziale della petizione delle donne arabe, aperta alla firma di chi condivide il loro appello per la dignità, il rispetto dei loro diritti, la fine delle violenze nei loro confronti e soprattutto di chi vuole rendere un giusto riconoscimento del ruolo che le donne hanno svolto e continuano a svolgere nell’ambito dei grandi cambiamenti in corso a sud del Mediterraneo.

Il testo completo della petizione e la possibilità di firma si trovano, in francese e in inglese, sul sito internet indicato sotto.

“All’attenzione di tutti i Capi di Stato

Noi, donne arabe coinvolte nelle lotte per la democrazia, la dignità e la parità,

Noi, attrici di primo piano degli straordinari cambiamenti in corso nel mondo arabo,

vogliamo ricordare all’opinione pubblica che le donne hanno il diritto di beneficiare, come gli uomini, del vento di libertà e di dignità che soffia su questa regione del mondo.

Da sempre le donne lottano per ottenere dei diritti, più o meno importanti a seconda dei paesi. Ma questi diritti rimangono ben al di sotto delle loro aspirazioni e il loro statuto è uno dei più retrogradi al mondo.

Le violenze sono largamente presenti sia nello spazio pubblico che privato e poche sono le misure adottate per abolire questo flagello.

I codici della famiglia, nella maggior parte dei paesi arabi, non sono che testi che legittimano l’esclusione e la discriminazione.

Le altre leggi come il codice sulla nazionalità, alcuni codici civili e le leggi penali non fanno altro che rafforzare tali discriminazioni. Queste leggi violano i diritti più elementari e le libertà fondamentali della donne e delle bambine attraverso l’uso della poligamia, il matrimonio di minori, le diseguaglianze in materia di matrimonio, divorzio, tutela dei figli e di accesso alla proprietà e all’eredità.

Alcune leggi permettono persino alla parentela maschile di uccidere le donne e le bambine con il beneficio delle circostanze attenuanti nel quadro dei crimini d’onore.

(…)

E’ la ragione per cui chiediamo agli Stati, ai partiti politici a alla società civile di questi paesi di fare tutto il possibile affinché la dignità delle donne e la loro parità con gli uomini non siano, ancora una volta, sacrificate in nome di altre pretese priorità.

Non è possibile infatti costruire una democrazia ignorando la metà della società. Insieme abbiamo costruito il presente, insieme costruiremo un futuro migliore…”

Per firmare la petizione clicca qui

 

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