Per l’UE «recessione profonda» ma primi segnali positivi

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Il 2009 si confermerà   come «anno horribilis» per l’economia dell’UE, prima della ripresa «lenta e graduale» prevista nel 2010, secondo le previsioni della Commissione Europea che confermano la generale situazione di «recessione profonda» nella zona euro e nell’intera UE.
Il primo trimestre 2009 è infatti risultato molto peggiore rispetto all’ultimo del 2008: la nuova stima 2009 della Commissione per la zona euro dovrebbe andare oltre il -1,9% previsto a gennaio, avvicinandosi al -4%; d’altro canto l’ultima stima dell’OCSE è -4,1% e l’ultima del FMI è del -4,2%. Sarà   rivisto al ribasso il PIL 2009 di tutti gli Stati membri: addirittura -6% per la Germania e poco meglio andrà   per Regno Unito e Francia, con l’Italia intorno al -3,5/-4%.
Secondo l’esecutivo europeo, perà², aprile potrebbe rivelarsi un mese di svolta. Nonostante lo scenario fortemente deteriorato, infatti, la Commissione sottolinea vari «segnali positivi» che sembrano indicare una «stabilizzazione dell’attività   economica», dunque potrebbero rappresentare la spia di un rallentamento della crisi. Ad esempio la frenata nel crollo della fiducia di imprese e consumatori o quella nella caduta degli ordinativi dell’industria: per la prima volta negli ultimi due anni l’indicatore della fiducia economica (Economic Sentiment Indicator – ESI) è aumentato in aprile di 3,5 punti per l’UE e di 2,5 punti per l’area dell’euro.
Il messaggio della Commissione è comunque di estrema prudenza: non è ancora possibile parlare di inversione di tendenza. Le nuove stime della Commissione, poi, mettono in luce la delicatezza della situazione sul fronte delle finanze pubbliche, con i deficit di tutti i principali Paesi dell’UE rivisti fortemente al rialzo, e che a fine anno saranno ben al di sopra del 3%. Gli Stati membri sono quindi invitati, nonostante la crisi, a proseguire sulla strada delle riforme, come quelle previdenziali, nonchà© di lavorare a una «exit strategy» per tornare rapidamente entro i parametri di Maastricht una volta iniziata la ripresa.

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