Nuovi e ambiziosi obiettivi per lo Spazio Europeo per la Ricerca e l’Innovazione

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Lo scorso 30 settembre, la Commissione Europea ha adottato una comunicazione, relativa alla creazione di un Nuovo Spazio europeo della ricerca e dell’innovazione.

Basato sull’eccellenza, competitivo, aperto e orientato al talento, il nuovo Spazio europeo della ricerca migliorerà il panorama europeo della ricerca e dell’innovazione, accelererà la transizione dell’UE verso la neutralità climatica e la leadership digitale, sosterrà la ripresa dell’UE dagli effetti della crisi della COVID-19 e perfezionerà la resilienza europea nei confronti di crisi future.

Ricordiamo, qui di seguito, i principali obiettivi, che tale Spazio europeo della Ricerca, creato nel 2000, si propone di perseguire: 

  • dare priorità agli investimenti e alle riforme nella ricerca e nell’innovazione, orientati verso le transizioni verde e digitale.
  • Migliorare l’accesso alle strutture e alle infrastrutture di eccellenza per i ricercatori in tutta l’UE.
  • Trasferire all’economia i risultati di tali attività al fine di stimolare gli investimenti delle imprese.
  • Rafforzare la mobilità dei ricercatori e il libero flusso delle conoscenze e delle tecnologie attraverso una maggiore cooperazione.
  • Infine, nell’ambito della risposta europea al Coronavirus, nell’aprile di quest’anno la Commissione ha presentato il piano d’azione ERAvsCorona, con l’obiettivo di incrementare ulteriormente la cooperazione tra i Paesi membri sul virus.

Come ricorda Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, “L’UE è già all’avanguardia nell’innovazione grazie alla sua eccellenza in campo scientifico e nella ricerca. Tuttavia, Viviamo in tempi in cui le attività scientifiche richiedono collaborazioni più rapide ed efficaci” – afferma Mariya Gabriel, Commissaria europea responsabile per l’Innovazione, la ricerca e la cultura – “Dobbiamo rafforzare lo Spazio europeo della ricerca, uno spazio che abbraccia tutta l’Europa perché le conoscenze scientifiche non conoscono limiti territoriali”.

Per approfondire: il comunicato della Commissione

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