Nuova procedura di infrazione della Commissione contro l’Italia per il trattamento inadeguato delle acque reflue urbane

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Il 1° giugno la Commissione europea ha deferito nuovamente l’Italia alla Corte di giustizia. Infatti, conformemente ai trattati dell’UE, la Commissione può avviare una procedura d’infrazione contro uno Stato membro che non attui il diritto dell’Unione europea, deferendo il caso alla Corte di giustizia che, nei casi in cui lo ritenga opportuno, può procedere imponendo sanzioni pecuniarie.

Il motivo della deferenza risiede nella mancata esecuzione del Paese a una sentenza della Corte del 10 aprile 2014 relativa al trattamento delle acque reflue urbane. La direttiva del 1991 concernente il tema, infatti, impone agli Stati membri di garantire che gli agglomerati (città, centri urbani, insediamenti) raccolgano e trattino correttamente le acque reflue: un mancato trattamento delle stesse, infatti, può generare una contaminazione da batteri nocivi per la salute pubblica e la proliferazione di azoto e fosforo che possono danneggiare le acque dolci e l’ambiente marino.

Il nostro paese, nonostante i notevoli progressi compiuti, non ha ancora applicato il trattamento imposto dalla direttiva in cinque agglomerati sui 41 segnalati nella sentenza del 2014 (uno in Valle d’Aosta e quattro in Sicilia) e, sulla base delle informazioni trasmesse dalle autorità italiane, la piena conformità alla sentenza del 2014 non sarà raggiunta prima del 2027. Questo secondo deferimento alla Corte può comportare l’irrogazione di sanzioni pecuniarie all’Italia, tenuto conto della gravità e del protrarsi dell’infrazione.

Uno dei principali obiettivi del Green Deal europeo è l’azzeramento dell’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo, con l’applicazione di standard fissati dalla legislazione comunitaria e finalizzati a proteggere la salute umana e a salvaguardare l’ambiente naturale. Per questo è fondamentale che l’Italia si adegui e adempia ai propri doveri come Stato membro: un adeguato trattamento delle acque reflue urbane permetterebbe al Paese in primis di evitare sanzioni pecuniarie e procedure d’infrazione, ma soprattutto di allinearsi al percorso del Green Deal europeo per il raggiungimento della neutralità climatica fissato per il 2050.

Per approfondire: Comunicato della Commissione europea, Procedura di infrazione dell’UE, Sentenza della Corte del 10 aprile 2014, Direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane, Obiettivo della Commissione: azzerare l’inquinamento di aria, acque e suolo (europa.eu)

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