Mobilità   positiva per gli europei, in teoria

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La maggioranza degli europei pensa che trasferirsi in un altro Paese sia un fatto positivo per l’integrazione europea, per l’economia, per i singoli individui e per il mercato del lavoro, mentre pochi credono che la mobilità   possa portare dei benefici alle famiglie. àˆ quanto emerge da un sondaggio Eurobarometro pubblicato recentemente e realizzato tra il 9 novembre e il 9 dicembre 2009, su un campione di 406.827.648 persone maggiori di 15 anni, intervistate nei 27 Paesi membri dell’UE.
Si tratta della terza indagine svolta da Eurobarometro sulla mobilità   in Europa per sondare il modo in cui sono mutate le esperienze di mobilità   e le sue motivazioni negli ultimi anni; quest’ultima si sofferma in modo particolare sul tema della mobilità   lavorativa.
In generale, sebbene le persone intervistate esprimano opinioni piuttosto positive sulla mobilità  , i livelli reali di quest’ultima all’interno dell’Europa tendono ad essere abbastanza bassi. In media, poco più del 2% dei cittadini europei vive in un altro Stato membro dell’UE, mentre quasi il 4% della popolazione che vive in Europa è composta da persone di nazionalità   extraeuropea.
La generale attitudine positiva nei confronti della mobilità  , che era stata già   rilevata nell’indagine del 2005, è aumentata in alcuni Paesi come Danimarca, Grecia, Spagna, Olanda, Lussemburgo, Finlandia e Svezia, mentre ha subito un’inflessione in senso negativo in Francia, Italia, Austria e Slovacchia.
Tra gli intervistati solo il 10% dichiara di avere vissuto e lavorato all’estero per un periodo della propria vita e solo il 13% di aver passato un periodo all’estero per motivi di studio.
La disoccupazione è una delle motivazioni più forti della mobilità   lavorativa: quasi la metà   degli intervistati prenderebbe in considerazione di spostarsi in un altro Paese se fosse senza lavoro, mentre il 28% non sarebbe disposto a trasferirsi all’estero neanche a fronte di offerte economiche allettanti.
Circa un terzo (34%) pensa che sia più facile trovare un lavoro in un altro Paese piuttosto che nel proprio, mentre il 17% considera un lavoro all’estero come una possibilità   nel futuro.
Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Australia sono le tre destinazioni più popolari per chi decide di cercare lavoro all’estero, seguite da Spagna e Germania. La possibilità   di guadagnare più soldi, la cultura e lo stile di vita della destinazione sono i tre principali fattori che motivano uno spostamento.
Sebbene alcune caratteristiche demografiche spieghino alcune tendenze generali, con le persone più anziane meno inclini a trasferirsi per lavoro e gli uomini, i giovani e i single più propensi a farlo, sono le pregresse esperienze all’estero di studio o di lavoro che sembrano rendere la persone più inclini a considerare la possibilità   di trasferirsi fuori dal proprio Paese.

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