Migrazioni: più solidarietà   e soluzioni a lungo termine

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Predisporre «urgentemente» un Piano d’azione per il reinsediamento dei rifugiati e «applicare la clausola di solidarietà   fra Stati membri», queste le richieste avanzate dal Parlamento Europeo al Consiglio dell’UE per affrontare l’emergenza immigrazione dal Nord Africa.
Secondo l’Europarlamento, Italia e Malta non possono far fronte da sole all’arrivo di migliaia di migranti che fuggono da una crisi umanitaria, mentre l’Agenzia dell’UE per il controllo delle frontiere esterne Frontex «non puಠessere lo strumento principale d’intervento».
Nell’immediato è invece necessario «sostenere il reinsediamento dei rifugiati attivando la clausola di solidarietà  », anche sulla base delle norme «per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati», applicando cioè l’articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell’UE che cita il principio di solidarietà   e condivisione degli sforzi fra tutti gli Stati membri per politiche inerenti l’immigrazione, incluse le implicazioni finanziarie, il controllo delle frontiere e le procedure d’asilo.
Un’altra proposta del Parlamento Europeo riguarda «una risposta rapida nel fornire assistenza e sostegno ai migranti in difficoltà  », con l’introduzione dal 2013 nel bilancio multi-annuale dell’UE di fondi di emergenza per aiutare chi si trova in situazioni particolarmente difficili, come donne, minori, ma anche minoranze minacciate come le comunità   religiose, etniche e LGBTT, e per sostenere i difensori dei diritti umani in difficoltà  .
Nel medio-lungo periodo invece, secondo l’Europarlamento, l’unica soluzione efficace per prevenire migrazioni di massa provenienti da regioni instabili è quella di creare lavoro e migliorare le condizioni di vita nei Paesi d’origine e di transito dei migranti. A tale scopo, sostengono i deputati europei, la politica estera dell’UE dovrebbe affiancare le politiche sull’immigrazione e i fondi comunitari dovrebbero essere utilizzati con questo obiettivo, mentre i Paesi che non rispettano gli obblighi di governance e i diritti umani dovrebbero essere sottoposti a sanzioni nell’ambito degli accordi commerciali e una simile clausola di condizionalità   potrebbe essere utilizzata negli accordi di assistenza umanitaria e sviluppo.

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