Lettera per Aleppo e il popolo siriano

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Su iniziativa dell’Associazione  “Orizzonti di pace” si è svolta a Cuneo, il 17 dicembre scorso, una manifestazione di solidarietà per le donne, gli uomini e i bambini di Aleppo, vittime della barbarie e di una guerra spietata.  E’ stata una manifestazione condivisa fra cuneesi di diverse culture e religioni, con l’obiettivo comune di prendersi per mano e dire l’importanza della pace, della convivenza e del rispetto dei diritti. Qui di seguito la lettera che i partecipanti alla manifestazione  hanno trasmesso ai fratelli e alle sorelle di Aleppo.

Carissime sorelle e carissimi fratelli di Aleppo,

sono arrivate anche qui a Cuneo, a 3500 chilometri di distanza, le drammatiche notizie della vostra città martoriata.

Abbiamo visto la desolazione delle macerie, abbiamo sentito il grido delle violenze, ci ha trafitto la crudeltà della guerra che si è abbattuta su di voi in questi anni, accanendosi con particolare violenza su donne e bambini nelle ultime settimane. Nel volto deturpato delle vostre strade abbiamo riconosciuto i tratti di tutti i conflitti di cui i civili stanno pagando il prezzo più caro.

Il silenzio imbarazzato di chi avrebbe dovuto parlare, il rimpallo delle responsabilità per tanto dolore e il balbettio confuso delle diplomazie ci fanno sentire che la situazione è complicata e che è difficile capire dove si nasconda il bandolo da afferrare per porre fine a questa tragedia.

E così cresce il nostro disorientamento, e con esso cresce il senso della nostra impotenza, con la sensazione di non poterci opporre al vizio sempre attuale di chi vuole risolvere i conflitti con il ricorso alla violenza. Eppure non vogliamo arrenderci.

Per questo nei giorni scorsi ci siamo alzati, siamo usciti dalle nostre case e siamo scesi in piazza in una città già distratta dal clima delle feste in arrivo per ricordare che ad Aleppo non è così, che non è così nelle altre cento città dove ancora i civili non possono occuparsi delle feste, perché hanno da pensare a come sopravvivere.

Eravamo in tanti: Musulmani che hanno appena celebrato il Mawlid, cristiani che si preparano al Natale, credenti di altre religioni che vedono nella loro fede un richiamo al dialogo, uomini di buona volontà che sentono nella loro coscienza la chiamata all’impegno per la pace… Duecento persone che si sarebbero sentite fuori posto chiuse in casa o a spasso per negozi hanno preparato qualche cartello, hanno cercato qui e là parole di pace e di dialogo, hanno vestito i loro bambini e si sono incontrate camminando in silenzio nella strada principale della Città, fino a dar vita a un momento di riflessione e di preghiera, che ha permesso di condividere le cose più belle che ciascuno aveva in cuore: trepidazione, speranza, attesa,…

Di lì il desiderio che tante parole buone e tanti propositi di pace non rimanessero chiusi in quel cerchio ma prendessero il volo per andare oltre, fino a raggiungere anche voi, così che poteste sapere che non siete soli, e che tanti vostri fratelli sono disposti a raccogliere e custodire le vostre lacrime, le lacrime di Aleppo.

Questa lettera è nata così, per farvi sentire la nostra vicinanza e per garantirvi che per quanto dipenderà da noi, continueremo a camminare come abbiamo fatto in questo pomeriggio di sabato per esservi accanto nella marcia che dovrete affrontare per lasciarvi alle spalle il ricordo della guerra.

Da Cuneo vi giunga il nostro saluto: salam, pace!

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