“Andare CONTROMANO è rischioso, ma si vede la gente in faccia”
Aveva avuto una vita fiorente e importanti successi economici la Lega, non quella di oggi di Matteo Salvini, ma la Lega Anseatica del XIV e XV secolo, che dominava i commerci sulle sponde dei mari settentrionali d’Europa. Nella storia d’Europa, di leghe ne sono esistite molto – una fu anche lombarda – ma come tutte le creature che nascono, alla fine muoiono.
Alcune però risorgono. E’ il caso, di questi giorni, proprio con una rinata Lega anseatica, riunita in questo inizio settimana a Bruxelles, decisa a mettere sotto sorveglianza – per non dire sotto accusa – la Lega nostrana, quella dell’allegro sforamento degli equilibri della finanza pubblica da festeggiare con un “selfie” collettivo da spedire a Bruxelles dalla piazza di Roma il prossimo 8 dicembre.
Spentasi di morte naturale nel ‘600 alla vigilia di guerre infinite in Europa, molti dei Paesi della Lega anseatica di allora (Olanda, Paesi baltici, scandinavi e dintorni) si sono ritrovati compatti attorno al tavolo dell’eurogruppo, l’istanza che monitora l’area dell’euro, oggi minacciata dalla disinvolta politica economica italiana. Ai toni fuori misura dei Salvini/Di Maio rispondono con l’appello allarmato alle Istituzioni comunitarie perché non cedano alla minaccia che l’Italia fa correre alla moneta unica.
Scrisse Marx che la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. Il problema è che la ripetizione di oggi non fa ridere.