Le misure dell’Europa per affrontare la pandemia

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Per affrontare l’emergenza del coronavirus, la scorsa settimana la Commissione Europea ha proposto al Consiglio di attivare la clausola di salvaguardia generale del Patto di Stabilità e Crescita (PSC). Sebbene il PSC contenesse al suo interno un certo margine di flessibilità in caso di situazioni emergenziali, la Commissione ha ritenuto necessario andare oltre per sostenere l’economia. Ora spetta ai ministri degli Stati membri il verdetto finale sulla possibilità di concedere ai singoli Paesi di spendere risorse in deroga ai vincoli di bilancio dettati dalle regole comunitarie.

Al fine di sostenere gli sforzi volti a proteggere i cittadini europei e ridurre i gravi effetti socio-economici della pandemia, la presidente Ursula Von der Leyen ha dichiarato che la Commissione è pronta ad avvalersi di tutti gli strumenti di politica economica disponibili e della massima flessibilità in materia di finanza pubblica. In tal modo, l’aumento del disavanzo e del debito pubblico sarà consentito per aumentare la capacità dei sistemi sanitari, sostenere il reddito delle famiglie ed aiutare i settori particolarmente colpiti, contrastando il più possibile il calo dell’attività economica.

Questa decisione si aggiunge alle misure in via di adozione, dalla possibilità della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) di fornire alle PMI liquidità a breve termine alla predisposizione di un quadro temporaneo per gli aiuti di Stato affinché i Paesi possano garantire liquidità sufficiente al sistema produttivo messo a dura prova dalla pandemia globale.

Su un binario parallelo, anche il Consiglio si è attivato per trovare fondi da destinare alla lotta contro il COVID-19. La cosiddetta Coronavirus Response Investment Initiative metterà a disposizione degli Stati membri 37 miliardi di euro di fondi di coesione per affrontare le conseguenze della crisi, di cui 29 miliardi di euro provengono dalle risorse dei Fondi Strutturali di Investimento Europei e 8 miliardi di euro dai pre-finanziamenti non utilizzati nel 2019 per i medesimi programmi che saranno trattenuti a livello dagli Stati membri. Inoltre, questi ultimi godranno anche di una maggiore flessibilità per trasferire i fondi tra i diversi programmi per affrontare la pandemia. 

Infine, gli ambasciatori dell’UE hanno anche approvato senza modifiche una proposta legislativa per estendere il campo di applicazione del Fondo di Solidarietà all’attuale emergenza sanitaria, istituito originariamente per aiutare gli Stati membri nonché i Paesi prossimi all’adesione ad affrontare gli effetti delle catastrofi naturali.

Per approfondire: il comunicato della Commissione, il comunicato del Consiglio

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