Lavoro e disabilità: il progresso dell’Unione Europea       

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Tutti possiedono il diritto di avere la possibilità di cercare un’occupazione stabile che possa garantire un futuro. È per questo motivo che la Commissione Europea ha lanciato uno studio sui modelli occupazionali alternativi per persone con disabilità. In tutta l’Unione Europea, le persone con disabilità continuano ad affrontare barriere significative nell’accesso e nel mantenimento dell’occupazione. I dati ne sono la prova: nel 2020 solo il 51% delle persone affette da disabilità risultava occupato, rispetto al 76% delle persone che non possiedono queste complicazioni. La vita sociale delle persone disabili ne risente, così come anche il mercato europeo, che perde forza lavoro e potenziali talenti. Lo studio, che fa parte del Pacchetto Occupazione Disabilità, presenta una rassegna dello stato delle pratiche relative ad un’ampia gamma di modelli occupazionali che permettono la partecipazione di persone con handicap ad attività lavorative produttive tramite contesti di lavoro protetto. La ricerca include l’impegno di 8 Stati membri dell’UE che hanno presentato un’analisi approfondita. Si tratta di Austria, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia, nonché 20 buone pratiche e 16 raccomandazioni operative per promuovere un’occupazione di qualità per soggetti disabili. Lo studio, organizzato dall’Alleanza per un Mercato del Lavoro Inclusivo (ILMA) è stato presentato il 21 maggio tramite un webinar, che ne ha mostrato i principali risultati, e che è proseguito con una discussione interattiva con i partecipanti.


Per approfondire: Commissione europea: Lavoro e disabilità

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