La proposta di un livello minimo di imposizione fiscale globale: il parere del Presidente Borgna al Comitato delle Regioni

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Durante l’ultima sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni del 27 e 28 aprile, il Presidente della Provincia Federico Borgna, membro del CDR, ha presentato il suo parere in merito alla proposta di direttiva sull’imposizione fiscale, in particolare sulla garanzia di un livello minimo globale per i gruppi multinazionali nell’Unione Europea.

La proposta del Consiglio è stata accolta con favore dal Comitato, che ribadisce l’importanza di una crescita economica equilibrata e di una stabilità dei prezzi all’interno dell’Unione, la quale mira alla piena occupazione e al progresso sociale. I lavori svolti dall’OCSE in tema di provvedimenti per contrastare il trasferimento degli utili all’esterno dell’UE avranno importanti ripercussioni anche a livello regionale e locale, sia per garantire un maggiore gettito fiscali agli Stati membri sia nell’ottica di garantire una maggiore equità e competitività delle PMI. Il Comitato è convinto, inoltre, che questa proposta possa essere un primo passo per la costituzione di un unico regime di tassazione all’interno dell’UE, necessario per costruire un’adeguata concorrenza sul mercato globale ed evitare la delocalizzazione. Si ritiene essenziale che l’applicazione della direttiva avvenga non solo in modo conforme a tutti gli Stati membri ma anche in linea con l’accordo OCSE, infatti viene messa in luce l’importanza, nella stesura finale, di una terminologia condivisa e univoca in modo che tutte le definizioni siano in linea con quelle stabilite nel diritto fiscale internazionale.

Viene inoltre evidenziata l’importanza di interazione e parità con i paesi terzi da parte dell’Unione, per evitare che le imprese europee si trovino dinnanzi a norme più severe rispetto alle dirette concorrenti, relegando l’UE ad un ambiente imprenditoriale meno aperto. Inoltre l’Europa dovrà monitorare l’influenza della direttiva sul comportamento di investitori e aziende per monitorare l’andamento degli investimenti, dell’occupazione e del commercio. In più viene consigliato che si avvii una valutazione sull’efficienza delle misure antielusione adottate negli ultimi dieci anni e sui sistemi fiscali dei singoli Stati membri consigliandone un aggiornamento per garantire innovazione, crescita e occupazione. Gli Stati membri, infatti, dovrebbero fornire incentivi fiscali per attrarre investimenti stranieri, ma a condizione che vengano assunti più dipendenti o che venga aumentato loro lo stipendio. In conclusione si auspica l’introduzione di semplificazioni amministrative che limitino i costi di adeguamento alle nuove norme: in questo modo sarà possibile abbreviare il periodo di transizione e agevolare l’attività di verifica da parte delle autorità fiscali.

Per saperne di più: il testo del parere

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