La Moldavia: elezioni legislative sotto pressione

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Domenica 28 settembre è stato un giorno di particolare importanza non solo per la Moldavia, ma anche per l’Unione Europea e per la Russia. Le elezioni legislative dovevano infatti indicare la strada per il futuro del Paese : continuare su quella dell’adesione all’Unione Europea o invece tornare in quello spazio russo dal quale aveva dichiarato indipendenza nel lontano 1991.

L’importante vittoria (50,20 %) del Partito Azione e Solidarietà (PAS) della Presidente Maia Sandu sull’opposizione, il Blocco elettorale patriottico, pro-Russia (24,26 %),  ha indicato e riaffermato, malgrado tutta la sua fragilità, la scelta europea del Paese,  in un contesto geopolitico molto sensibile e che va ben al di là delle frontiere della Moldavia stessa, fino a toccare il futuro della stessa Unione Europea e della sua sicurezza. Un risultato che conferma una solida maggioranza del PAS al Parlamento moldavo.  

Sono state elezioni ad alto rischio a causa dei tentativi di ingerenza, di destabilizzazione, di falsa propaganda, di finanziamenti e di cyberattacchi da parte della Russia, ingerenze orientate a riportare il Paese sotto l’ombra di Mosca. Solo a vedere una cartina geografica è facile capire la posizione strategica della Moldavia agli occhi del Cremlino : è incastonata fra Ucraina e Romania, divisa dall’Ucraina, sul suo lato orientale, dalla Transnistria, regione separatista e  filorussa, autoproclamatasi Repubblica indipendente, ma non riconosciuta a livello internazionale. 

Ed è proprio in questo lungo lembo di terra di frontiera che la Russia schiera ancora quasi due mila soldati e sul quale poggiano le minacce  del Cremlino tanto temute dalla Moldavia. Non a caso, proprio durante lo svolgimento delle elezioni, Mosca ha intensificato i suoi attacchi sull’Ucraina, a dimostrazione di una pressione sempre più forte sul piccolo e strategico Paese. Ma tant’è, la vittoria della strada verso l’Europa ha segnato, per la seconda volta, la sfida colta dalla popolazione moldava e manda un ulteriore segnale forte ed inequivocabile all’Unione Europea. Al riguardo, infatti, non va dimenticato il risultato del referendum costituzionale dell’ottobre 2024 che portò all’iscrizione nella Costituzione moldava l’adesione all’Unione Europea.

La Moldavia conta circa tre milioni di abitanti e un altro milione è sparso per il mondo. È forse il Paese più povero d’Europa, con una situazione economica in gravi difficoltà, dovute in gran parte alla guerra in Ucraina, all’approvvigionamento energetico e ad un’inflazione che si aggira ancora intorno al 7%. Sono alcune delle ragioni che hanno fatto perdere un po’ di terreno al PAS, che lo pongono di fronte a nuove sfide in un momento di grandi tensioni fra Est e Ovest e dove l’aggressività e la strategia odierna della Russia si proietta minacciosa sulle sue e le nostre frontiere.

Di fronte a questa situazione l’Unione Europea non deve venir meno ad un progetto politico che diventa sempre più urgente, affinché la Moldavia possa percorrere il più velocemente possibile la strada dell’adesione, possa intravedere un futuro ravvicinato che rappresenti, di fronte alla Russia, quei valori di rafforzamento della democrazia e del rispetto dello stato di diritto su cui poggia la stessa Unione. E’ l’unico modo per non perdere la Moldavia, come già purtroppo rischia di succedere con la Georgia.

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