Si è ufficialmente aperto a Bruxelles. il 20 gennaio, l’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Il tema ha una sua attualità costante nel tempo, se si considera che dieci anni fa i capi di Stato e di governo dell’UE si erano impegnati a «imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà » entro il 2010.
Oggi, nel pieno di una crisi economica dalle conseguenze sociali e occupazionali ancora tutte da valutare, bisogna costatare che il progredire della povertà e dell’esclusione sociale non è stato fermato, ma anzi si sta diffondendo in Europa anche fra le persone che godevano di relative garanzie.
Per preparare l’Anno europeo, la Commissione Europea ha lanciato nell’ottobre 2009 un’indagine approfondita fra i cittadini europei sulla loro percezione della povertà . Il dato più rilevante dell’indagine riassume in una battuta la gravità della situazione: 9 cittadini europei su 10 auspicano che si intervenga con urgenza per lottare contro la povertà . L’indagine, insieme con il costante monitoraggio della Commissione al riguardo in questi ultimi dieci anni, rimette in evidenza un quadro desolante e preoccupante: circa 80 milioni di persone – il 17% della popolazione dell’UE – vive al di sotto della soglia di povertà e affronta grandi ostacoli nell’accesso all’occupazione, all’istruzione, agli alloggi, ai servizi sociali e finanziari. Il 73% dei cittadini intervistati ritiene che la povertà sia diffusa nel proprio Paese; alti tassi di disoccupazione (52%) e salari inadeguati (49%) sono, nella percezione degli intervistati, le principali cause sociali della povertà , unitamente alle prestazioni sociali e alle pensioni insufficienti (29%) e al costo eccessivo di un alloggio decente (26%).
D’altro canto, tra le motivazioni «personali» che gli intervistati ritengono essere alla base della povertà vi sono in particolare: la mancanza di istruzione, formazione o qualifiche (37%), la povertà «ereditata» (25%) nonchà© la dipendenza da alcool e droga (23%). Ed infine, più della metà dei cittadini europei (56%) ritiene che i disoccupati siano il gruppo maggiormente esposto al rischio di povertà , mentre il 41% di essi ritiene che gli anziani e i bambini siano i più vulnerabili.
Dati significativi che mettono in evidenza come la povertà e l’esclusione sociale non si ripercuotano soltanto sul benessere dei singoli individui e sulla loro capacità di svolgere un ruolo attivo nella società , ma pregiudichino anche lo sviluppo economico.
Con l’Anno europeo 2010, l’Unione Europea vuole ribadire l’importanza della responsabilità collettiva e quindi la necessità di coinvolgere i responsabili politici e gli attori del settore pubblico e privato per affrontare congiuntamente il progredire della povertà e dell’esclusione sociale. Ma l’Anno europeo sarà anche un’occasione importante per dare voce a coloro che nella povertà ci vivono e si trovano ogni giorno a dover lottare per una sopravvivenza che mette sempre più a rischio anche la loro dignità .