Aumenta la flessibilità   del lavoro in tempo di crisi

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Per poter rispondere alla crisi economica un numero crescente di imprese nell’UE ricorre a modalità   di assunzione, retribuzione e lavoro improntate alla flessibilità  , sottolinea uno studio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound).
L’indagine dell’Agenzia europea con sede a Dublino ha interessato 27.000 imprese pubbliche e private dei 27 Paesi dell’UE e di Croazia, Turchia e Macedonia ed è stata condotta nella primavera del 2009, quando cioè le ripercussioni della recessione economica hanno iniziato a farsi sentire sui mercati del lavoro.
Tra le principali anticipazioni fornite dall’analisi, i cui risultati finali saranno resi noti a marzo, emerge che circa due imprese su tre si avvalgono di collaboratori esterni e di altre forme di lavoro temporaneo, mentre oltre la metà   ha almeno un dipendente assunto a tempo determinato.
Si sta diffondendo sensibilmente anche il lavoro a tempo parziale: due terzi delle imprese analizzate propongono contratti part-time, una soluzione perಠpoco frequente per le posizioni altamente qualificate. Poco più di un terzo dei datori di lavoro presi in esame, poi, offrono stipendi collegati alle prestazioni del lavoratore, mentre appena il 14% delle imprese private dispongono di un programma di partecipazione agli utili.
Anche la flessibilità   nell’orario di lavoro si sta affermando: circa il 56% delle imprese europee consentono ai propri dipendenti di adeguare l’orario alle proprie esigenze personali. Cinque anni fa erano soltanto il 48%.
In molti casi, perà², questi cambiamenti delle condizioni di lavoro dettati dal periodo di crisi non avvengono certo in modo indolore, infatti in molti Paesi le imprese hanno denunciato rapporti di lavoro piuttosto tesi.

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