«Nelle circostanze attuali siamo preoccupati per l’andamento del cambio» e il superamento della quota di 1,5 dollari per un euro «non è giustificato»: è quanto dichiarato dai ministri europei riuniti nell’Eurogruppo che per la prima volta esprimono ufficialmente le loro perplessità sul cambio.
«Non avevamo mai detto prima di essere preoccupati sulla base delle circostanze correnti» ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker, ma il record di 1,5275 dollari per un euro, poi ripiegato a 1,5188, ha portato i ministri europei a prendere posizione con un appello implicito agli USA affinchà© facciano il possibile per frenare l’indebolimento del dollaro.
«Continuiamo a pensare che i tassi di cambio devono riflettere i dati economici fondamentali e che una volatilità eccessiva e i movimenti disordinati dei tassi di cambio non favoriscono la crescita dell’economia» ha osservato Juncker. Dal momento che le autorità monetarie statunitensi hanno dichiarato che un dollaro forte è nell’interesse degli Stati Uniti, i ministri europei chiedono dunque agli USA di passare dalle parole ai fatti. Confermando la propria fiducia nell’economia europea «sufficientemente robusta», l’Eurogruppo ritiene comunque importante continuare nel risanamento finanziario (pareggio di bilancio entro il 2010) ed evitare «effetti di rincorsa salariale».
La situazione «di forte incertezza» denunciata dal commissario europeo agli Affari economici, Joaquin Almunia, potrebbe essere superata anche con una riduzione del prezzo del petrolio: Juncker ha ricordato che secondo recenti dichiarazioni saudite i prezzi del petrolio dovrebbero essere tra i 60 e i 70 dollari, mentre invece il costo del barile si è avvicinato ai 104 dollari.