Il ministro che spara a salve

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“Andare CONTROMANO è rischioso, ma si vede la gente in faccia”

Esaurite le felpe buone per ogni stagione, adesso il ministro dell’interno veste la divisa della polizia, in attesa di comandare il plotone d’esecuzione.
C’è coerenza in questo vicepresidente che, perso per un momento il posto di facente funzione di Presidente del Consiglio e tenuto provvisoriamente lontano dal ministero della difesa, non rinuncia alla passione per le armi di cui vorrebbe dotare tutti gli italiani che, contrariamente alle previsioni, le usano di preferenza in famiglia.
In questi mesi ha sparacchiato in tutte le direzioni, da nord a sud in Italia e contro un pò tutti in Europa, uno dei suoi bersagli preferiti.
Ma “nomen omen” e il nostro finisce, fortunatamente, per sparare a salve: molto rumore ma poche prede nel carniere.
Sulla manovra disse che non sarebbe indietreggiato di un millimetro di fronte al nemico di Bruxelles e ha lasciato sul terreno dieci miliardi di euro.
Ha sbraitato che avrebbe impedito il rinnovo delle sanzioni dell’UE contro l’amico Putin e qualche giorno fa ha mandato giù un’altra proroga di sei mesi.
Adesso ha ricaricato il fucile, a salve naturalmente, rispondendo alle lezioni impartitegli da Bruxelles sulla disgraziata manovra finanziaria con l’annuncio che sarebbe stato lui a sorvegliare il bilancio dell’UE, minacciando di impedirne l’adozione, piuttosto di lasciare che, come pattuito, sia Bruxelles a controllare lo sbilanciato bilancio italiano.
Chi ci salverà dall’uomo che dal Viminale spara su tutto quello che si muove, facendo vittime tra i migranti sui quali purtroppo non spara a salve?

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