Il cantiere per il futuro della sicurezza UE

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La cosiddetta “grande informazione” usa ancora troppo poco il grandangolare per fotografare questa turbolenta stagione del mondo, preferendo moltiplicare gli “zoom” su vicende di cronache o su stucchevoli dibattiti di politica locale. E’ capitato anche la settimana scorsa, quando poca attenzione è stata accordata in Italia a un’importante Conferenza internazionale sulla sicurezza a Monaco, un forum annuale che si riunisce da oltre cinquant’anni per un confronto sull’attualità planetaria.

Molti i temi all’ordine del giorno, uno su tutti quello di gran lunga prevalente: la sicurezza dell’Europa nel quadro di una contrastata intesa transatlantica, negli interventi del presidente francese Emmanuel Macron, del Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e del Segretario di Stato USA Mike Pompeo.

L’intervento di Macron era stato preceduto sull’argomento dal discorso tenuto il 7 febbraio alla Scuola di guerra a Parigi, incentrato sulla capacità francese in materia di deterrenza nucleare e la relativa disponibilità a metterla a servizio degli altri Paesi dell’UE. 

Dopo sette giorni di riflessioni – e di probabile imbarazzo – era finalmente arrivata a Monaco una prima prudente risposta da parte della Germania con Stenmeier che si è dichiarato aperto all’”invito al dialogo” proposto da Macron, senza tuttavia disegnare piste concrete di collaborazione e, ancor meno, mettere in discussione l’attuale funzionamento dell’Alleanza atlantica (NATO).

Molto diversa invece la tonalità dell’intervento del Segretario di Stato USA, Pompeo, che ha cercato di rassicurare gli alleati smentendo un raffreddamento dei rapporti internazionali da parte dell’Amministrazione americana e del suo presidente, smentendo un conseguente “indebolimento dell’Occidente”, come aveva denunciato Macron.

Si è trattato, in materia di sicurezza e di difesa, di scambi ravvicinati tra alleati in tensione tra di loro, una tensione aggravata dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, sullo sfondo delle pressioni che Trump non accenna a smorzare sul futuro dell’Alleanza Atlantica (NATO).

Il tema è complesso e in gioco ci sono anche le possibili turbolenze in arrivo da Russia e Cina con le pressioni che esercitano sull’UE, le sue frontiere e i suoi commerci. Proviamo a semplificare dando voce ai tre protagonisti principali alla Conferenza di Monaco: Macron, Stenmeier e Pompeo.

Il Presidente francese, insoddisfatto sia della sicurezza garantita dalla NATO (accusata di essere “in stato di coma cerebrale”) e delle tergiversazioni nell’UE, ha sollecitato nuove iniziative europee con l’obiettivo di rafforzare il pilastro europeo dell’Alleanza atlantica e dotare l’UE di una sua propria capacità di difesa. 

A questa sollecitazione, non nuova da parte di Macron, la Germania non ha dato finora risposte concrete e Macron ha rilanciato nei giorni scorsi offrendo ai Paesi UE una disponibilità della deterrenza nucleare francese, accolta dal Presidente tedesco con una disponibilità al dialogo ma senza andare molto oltre. 

Dal canto suo Pompeo non ha esitato a magnificare i successi dell’Occidente e le sue attuali alleanze, senza spingersi ad evocare le ripetute provocazioni di Trump ma anche facendo argine alla timida volontà europea di avviarsi verso una politica estera e di sicurezza comune.

Né, a loro volta, l’Unione Europea e i suoi Paesi membri sembrano determinati a muoversi compatti verso un avvio di politica comune della sicurezza, nonostante alcuni timidi segnali di cooperazioni rafforzate in materia e le proposte di alcuni modeste proposte di aumento delle risorse finanziarie previste nel Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Ne capiremo di più dal Consiglio europeo straordinario dei Capi di Stato e di governo di questa settimana. 

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