Herman Van Rompuy è allarmato che la Brexit tenga in ostaggio l’UE

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«Niente panico, il Regno Unito non faceva già più parte dell’Unione Europea». Questo è, in sostanza, il messaggio uscito da un incontro tra diversi Ministri degli Affari esteri europei tenutosi a Parigi. A questa tavola rotonda ha preso parte anche Herman Van Rompuy, ex Presidente del Consiglio europeo.

Il tema della Brexit si è naturalmente imposto nella giornata dedicata all’Europa all’interno della settimana degli ambasciatori di Francia, a Parigi, anche se i diplomatici hanno minimizzato l’impatto dell’uscita di Londra dall’Unione Europea. «L’Europa sta attraversando un momento d’introspezione, che potrà essere utile se sapremo ritrovare una rinnovata coesione» ha affermato Jean-Marc Ayrault, Ministro degli Affari esteri francese. L’ex sindaco di Nantes ha evocato il ricordo di Winston Churchill, citando il discorso di Zurigo, nel corso del quale il Primo Ministro britannico invocò la creazione degli Stati Uniti d’Europa. «Ma nell’idea di Churchill, che è talvolta mal interpretata, gli Stati Uniti d’Europa non includevano il Regno Unito!», ha aggiunto il Ministro.

Herman Van Rompuy, ex Presidente del Consiglio europeo, è andato oltre nello stigmatizzare il ruolo di forza centripeta che il Regno Unito aveva adottato da molti anni. «La Brexit è un’amputazione politica. Ma il Regno Unito non era membro assoluto dell’Unione Europea» ha affermato, ricordando i numerosi opt-out di cui ha beneficiato il Paese.

«Anche in materia di politica estera, il Regno Unito non era più attivo» ha sottolineato Van Rompuy, citando gli Accordi di Minsk che avevano riunito Francia, Germania, Ucraina e Russia, ma senza la rappresentanza del Regno Unito. Secondo il politico belga, la Brexit non dev’essere analizzata come un fenomeno europeo, ma come un caso specifico, che comprende soprattutto elementi nazionali, nel quadro dei quali l’Europa è un capro espiatorio. Van Rompuy prevede che «i negoziati dureranno per anni e anni», allarmato che la questione britannica tenga in ostaggio l’Unione Europea, soprattutto perché i cittadini europei hanno altre preoccupazioni.

 

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