Tra gli Stati membri dell’UE persistono forti differenze economiche, dal momento che il Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite espresso in standard di potere d’acquisto (Purchasing Power Standards – PPS) varia dal 41% al 268% della media UE.
àˆ quanto emerge da uno studio pubblicato da Eurostat, secondo cui è il Lussemburgo a registrare il più elevato PIL pro capite tra i Paesi dell’UE e la Bulgaria il più basso, mentre tra i Paesi europei non UE (Paesi candidati, membri EFTA e Paesi dei Balcani occidentali) il PIL pro capite risulta essere particolarmente elevato in Norvegia e molto basso in Albania.
Secondo l’analisi dell’Ufficio statistico europeo, Finlandia, Francia, Spagna, Italia, Cipro e Grecia presentano scarti contenuti entro il 10% rispetto alla media dell’UE. Irlanda, Paesi Bassi, Austria, Svezia, Danimarca, Regno Unito, Germania e Belgio fanno invece registrare PIL pro capite superiori alla media UE del 15-35%, con il Lussemburgo nettamente al primo posto e un PIL pro capite più che doppio rispetto al secondo Paese classificato, anche se al PIL lussemburghese contribuiscono in modo rilevante i lavoratori transfrontalieri che non sono perಠconteggiati nella spartizione del Prodotto nazionale.
Sull’altro fronte, Slovenia, Repubblica Ceca, Malta, Portogallo e Slovacchia presentano valori di PIL pro capite inferiori alla media UE del 10-30%, Ungheria, Estonia, Polonia e Lituania valori inferiori del 30-50% e Lettonia, Romania e Bulgaria valori inferiori del 50-60%.