Fondi europei per le case dei meno abbienti

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Il Parlamento Europeo ha adottato un regolamento che estende a tutti gli Stati membri la possibilità   di ricorrere ai finanziamenti dell’UE per ristrutturare, rinnovare o sostituire le abitazioni delle comunità   emarginate delle zone urbane o rurali, possibilità   finora riservata ai soli 12 Paesi entrati nell’UE nel 2004 e nel 2007.
Adottando una modifica al regolamento sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) il testo del Parlamento prevede un’allocazione per l’edilizia abitativa che puಠammontare a un massimo del 3% della dotazione del FESR destinata ai programmi operativi interessati, ovvero al 2% della dotazione totale del FESR. Le spese potranno essere destinate al rinnovo delle parti comuni in alloggi multifamiliari esistenti e al rinnovo e cambio d’uso di edifici di proprietà   di autorità   pubbliche o di operatori senza scopo di lucro da destinare a famiglie a basso reddito o a persone con esigenze particolari. Nei “vecchi” Stati membri, gli interventi potranno comprendere il rinnovo e la sostituzione degli edifici esistenti; nei nuovi Stati membri le spese per l’edilizia abitativa (tranne le spese per i miglioramenti dell’efficienza energetica e per l’utilizzo di energie rinnovabili) sono ammissibili per le zone colpite o minacciate dal deterioramento fisico e dall’esclusione sociale e «nell’ambito di un’operazione di sviluppo urbano integrato o di un asse prioritario». In tutti gli Stati membri sono invece ammissibili soltanto «nell’ambito di un approccio integrato per le comunità   emarginate».

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