Fermare i foreign fighters alle frontiere dell’Unione Europea

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In base a un regolamento recentemente approvato a larga maggioranza dal Parlamento europeo, i cittadini dell’Unione Europea e di altri Stati che entreranno o usciranno dall’UE saranno sistematicamente controllati tramite la consultazione di banche dati.

Queste norme saranno immediatamente esecutive. Va evidenziato ancora come Danimarca, Irlanda e Regno Unito abbiano deciso di non essere esclusi dalle nuove regole.

Il nuovo regolamento va a modificare il Codice frontiere Schengen (SBC) e impone agli Stati membri di effettuare controlli sistematici su tutte le persone che attraversano sia in entrata sia in uscita le frontiere esterne dell’Unione Europea – aeree, terrestri e marittime – tramite la consultazione di banche dati di documenti rubati o smarriti, del Sistema di informazione Schengen (SIS) e di altre banche dati.

Tuttavia, se si dovessero verificare rallentamenti nel traffico frontaliero via mare o via terra dovuti a questi controlli, i Paesi dell’Unione potranno stabilire di effettuare solo controlli mirati. Le persone che non subiranno un simile controllo dovranno, però, essere sottoposte a un controllo ordinario per accertare che il loro documento di viaggio sia valido e per stabilirne l’identità.

L’obiettivo di questo regolamento è fornire una risposta alle minacce terroristiche in Europa e fronteggiare il fenomeno dei foreign fighters che decidono di unirsi ai nuclei armati dell’autoproclamato Stato Islamico in Siria e in Iraq.

La relatrice Monica Macovei, appartenente al gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, ha affermato che «proteggere le nostre frontiere esterne significa costruire un forte scudo contro il terrorismo in Europa e preservare il diritto alla vita, che è il corollario di tutti i diritti. Ogni vita che salviamo scoprendo un potenziale combattente straniero vale lo sforzo, e i controlli sistematici tramite banche dati sono un passaggio obbligatorio per questa protezione minima che abbiamo il dovere di garantire ai nostri cittadini».

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