Elezioni Ecuador: sarà ballottaggio per decidere il futuro di un Paese che nuota tra povertà e violenza

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Domenica 20 agosto ci furono le elezioni presidenziali in Ecuador, l’intero Paese fu blindato e oltre 100 mila agenti in difesa delle urne.
Luisa Gonzalez, la rappresentante della sinistra, legata all’ex Presidente Rafael Correa, è arrivata in testa con circa il 33% dei voti, mentre l’imprenditore e rappresentante della destra Daniel Noboa ha conseguito circa il 24% dei voti. Un risultato che necessita un secondo
turno in ottobre.

Le elezioni in Ecuador erano sotto i riflettori di tutto il mondo in seguito all’uccisione del terzo candidato Fernando Villavicencio il 10 agosto scorso durante un comizio a Quito, il quale fu sostituito dal giornalista Zurita. Il nodo fondamentale su cui si basano le proposte politiche è la posizione dell’Ecuador nell’economia latinoamericana, in quanto è l’hub del narcotraffico nero che terrorizza famiglie, imprese e i paesi confinanti. Il ruolo predominante nella geopolitica mondiale è derivato dalla vicinanza alle due regioni, Nariño e Putumayo, dove si produce la maggior quantità di cocaina della Colombia.

L’Ecuador per anni è stato considerato uno dei Paesi più sicuri del Sud America. Oggi è diventato il corridoio principale per il traffico di droga diretto in Europa e negli Stati Uniti e dove la violenza pare essersi normalizzata tra la popolazione, la quale risponde ai narcotrafficanti e non più alle forze dell’ordine.

Nello stesso giorno delle elezioni, gli ecuadoregni si sono recati alle urne anche per votare su due referendum legati alle attività estrattive, in particolare nel Parco nazionale Yasuni, nel nord-est del Paese. Gli elettori, al riguardo, hanno votato per fermare le trivellazioni petrolifere nell’Amazzonia ecuadoriana e l’estrazione di minerali e oro nei pressi di Quito, conferendo in tal modo una significativa vittoria agli ecologisti e ai difensori dell’ambiente.

L’economia dell’Ecuador è in ginocchio in seguito della pandemia da covid-19, con un tasso di disoccupazione, di lavoro informale e precario in costante aumento, e con una povertà che tocca un numero sempre più elevato di famiglie.

Attendiamo il 15 ottobre, per il secondo turno di queste elezioni presidenziali, al fine di scoprire se l’Ecuador, nelle condizioni politiche, economiche e sociali in cui si trova, avrà la sua prima Presidente donna, oppure il più giovane Presidente nella storia del Paese.

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