Dipendenze strategiche: nuova relazione dalla Commissione

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La Commissione ha recentemente pubblicato la seconda edizione della Relazione sulle dipendenze strategiche dell’Europa. Il documento si inserisce nel quadro delineato dalla Strategia industriale aggiornata, presentata nel maggio 2021 con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia strategica e di sostenere la ripresa economica dell’Unione.

La relazione si concentra su alcuni settori-chiave in cui l’Unione europea è dipendente da Stati terzi e che risultano fondamentali per la resilienza del mercato unico e la trasformazione verde e digitale dell’economia. Con riferimento alle terre rare, al magnesio e ai pannelli fotovoltaici, le catene del valore risultano fortemente concentrate in Cina, che detiene, a titolo esemplificativo, l’89% della produzione globale di magnesio e il 77% della produzione relativa alle celle fotovoltaiche. Per quanto riguarda la cybersicurezza e i software IT, solamente il 14% delle 500 più importanti aziende di cybersicurezza al mondo hanno sede nell’UE, mentre il mercato UE dei cloud risulta attualmente dominato da operatori non-UE. Infine, in relazione agli elementi e prodotti chimici, la Commissione rivolge particolare attenzione a iodio, fluoro, fosforo, ossido e idrossido di litio, diossido di molibdeno, tungstati.  

La relazione appena presentata si pone in un’ottica di complementarietà con la prima edizione della stessa, che analizzava 6 differenti settori strategici per l’UE – materie prime, batterie, principi attivi farmaceutici, idrogeno pulito, semiconduttori e tecnologie cloud e edge – identificando criticità per 137 prodotti fra i 5000 tenuti in considerazione. Nell’ottica di una progressiva riduzione della dipendenza dell’Unione da fornitori esteri, la Relazione 2022 sottolinea i numerosi progressi compiuti grazie all’adozione di importanti iniziative – fra le quali, l’Alleanza europea sulle batterie, l’Alleanza europea sulle materie prime e l’Alleanza industriale sui processori e i semiconduttori.

Per ulteriori informazioni: il comunicato della Commissione europea

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