Consiglio Occupazione: la situazione continua ad allarmare, servono riforme

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Il 9 marzo si è tenuta una importante riunione del Consiglio dei ministri dell’Occupazione e degli affari sociali dell’UE (EPSCO). Come primo punto all’Ordine del Giorno figurava l’adozione del Rapporto congiunto sull’occupazione e dell’Annual Growth Survey 2015 (documento che apre il semestre europeo, cioè il processo di valutazione dell’avanzamento dei Paesi membri verso gli obiettivi di “Europa 2020”).

Nonostante la situazione economica sia leggermente migliorata, la disoccupazione resta una sfida chiave per l’UE.  Secondo quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio «un approccio che integra le problematiche occupazionali e quelle sociali, allineate alle politiche economiche, è una condizione indispensabile per affrontare con successo la disoccupazione. Per affrontare i problemi attuali».

Tre devono essere i pilastri: l’impulso agli investimenti, le riforme strutturali e la responsabilità fiscale.

Il Consiglio ha fatto propri i messaggi – chiave della Relazione congiunta circa la preoccupazione che la situazione occupazionale continua a destare in molti Stati membri (24,6 milioni di disoccupati nell’UE, persistenza e aumento delle divergenze tra Stati membri sia in tema occupazionale sia per quanto riguarda il rischio di povertà ed esclusione sociale); la necessità di proseguire con le riforme a sostegno del buon funzionamento dei mercati del lavoro e di accelerare il processo di implementazione della Youth Guarantee “Garanzia per i giovani”. Il Consiglio sottolinea, inoltre la necessità di «investire in capitale umano» attraverso l’istruzione e la formazione, sottolineando che ciò aumenterà la produttività.

Altri messaggi chiave della Relazione congiunta riguardano la promozione del reinserimento nel mercato del lavoro dei disoccupati di lungo corso, il ruolo dei sistemi fiscali e previdenziali nella creazione di posti di lavoro, la questione del divario di genere e quella della modernizzazione dei sistemi di protezione sociale (protezione per tutti e investimenti in capitale umano).

Dalle conclusioni del Consiglio emerge la necessità di riforme orientate al futuro che assicurino sistemi di protezione sociale adeguati e sostenibili, al fine di sostenere la crescita economica inclusiva.

Tali riforme richiedono una valutazione globale dei sistemi di protezione sociale esistenti e di un confronto tra gli Stati membri, al fine di individuare le migliori prassi e valutare la loro efficienza in contesti diversi.

Sul versante delle politiche occupazionali, l’UE si pone l’obiettivo di mirare alla creazione di mercati del lavoro più inclusivi. La crescita inclusiva dovrebbe consentire a chiunque di accedere all’occupazione, all’istruzione o alla formazione e dovrebbe fornire a tutti i cittadini un’adeguata protezione sociale.

In tema di salute e sicurezza sul lavoro si ribadisce l’esigenza di migliorare l’attuazione della legislazione in materia, al fine di evitare rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro e per far fronte alle sfide poste dall’invecchiamento della forza lavoro e dall’allungamento della vita lavorativa.

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Testo a cura di Diego Cupitò

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