Conciliazione vita-lavoro: scaduto il termine per adeguare le legislazioni nazionali

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Una piacevole sorpresa attende i lavoratori dell’UE al rientro dalle vacanze estive. 

È infatti scaduto, lo scorso due agosto, il termine concesso agli Stati membri per implementare nelle proprie normative nazionali il contenuto della direttiva 2019/1158 relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza, anche nota come “direttiva sulla conciliazione vita-lavoro”.

Il provvedimento rappresenta un ulteriore passo avanti nell’implementazione del cd. “Pilastro europeo dei diritti sociali”, il manifesto programmatico adottato nel 2017 dall’Unione europea con il proposito di dare vita ad un’Europa sociale “forte” attraverso interventi sul mercato del lavoro e sugli strumenti di protezione sociale. 

La direttiva mira, in particolar modo, ad incrementare l’occupazione femminile e ad introdurre forme minime di tutela e flessibilità orarie per i lavoratori che necessitano di prendersi cura dei propri familiari.

La normativa prevede, tra l’altro: 

  • congedo di paternità di almeno 10 giorni lavorativi, economicamente compensato almeno quanto l’indennità per malattia;
  • congedo di almeno cinque giorni lavorativi all’anno per assistere familiari o conviventi bisognosi di cure;
  • diritto di accedere a carichi orari ridotti o flessibili per i genitori\lavoratori di bambini fino agli otto anni e per i lavoratori con familiari che necessitano di assistenza.

Si tratta, naturalmente, di soglie minime, non derogabili al ribasso ma liberamente migliorabili dalla legislazione di ciascun Paese UE.

Per approfondire: il comunicato della Commissione europea

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