Pur manifestando scetticismo sulla salvaguardia della sovranità nazionale, il presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, ha firmato il Trattato di Lisbona segnando così la fine del processo di ratifica tra i 27 Stati membri e permettendo al Trattato di riforma dell’UE di entrare in vigore.
La firma di Klaus è giunta dopo che una sentenza della Corte Suprema ceca ha stabilito la conformità del nuovo Trattato con la Costituzione ceca, rimuovendo quindi l’ostacolo finale alla ratifica da parte della Repubblica Ceca.
La presidenza di turno svedese dell’UE ha immediatamente annunciato che il nuovo Trattato di riforma potrà entrare in vigore già dal prossimo primo dicembre, dopo quasi otto anni di gestazione e non poche difficoltà . Il presidente della Commissione Europea, Josà© Manuel Barroso, si è invece detto certo che il Trattato «farà sentire immediatamente il suo potenziale di trasformazione», garantendo un buon funzionamento dell’UE allargata a 27 Paesi.
Ora si procederà alle nomine delle due nuove figure create dal Trattato, il presidente permanente del Consiglio dell’UE e l’Alto rappresentante della politica estera che avrà poteri rafforzati, per le quali l’attuale presidenza di turno svedese ha annunciato la convocazione di un Vertice europeo straordinario. Inoltre, almeno in teoria l’UE potrà prepararsi a nuove adesioni che vedono in prima fila la Croazia e l’Islanda, mentre il testo di riforma dell’UE prevede anche un ruolo accresciuto del Parlamento Europeo e di quelli nazionali nel processo decisionale dell’UE, una riduzione del potere di veto dei singoli Paesi in seno al Consiglio e la possibilità per gli Stati membri che volessero uscire dall’UE di poterlo fare, a condizioni negoziate e concordate con gli altri partner ma senza impedire a chi lo vorrà di continuare il percorso di integrazione.