Il nuovo sondaggio Eurostat rileva la frequenza e le modalità degli europei nella partecipazione via internet con le autorità.
Una delle sei priorità della Commissione europea per il quinquennio 2019-2024 è “Un’Europa pronta per l’era digitale”, che si basa su tre pilastri: uno sviluppo di tecnologie che funzionino per le persone, un’economia digitale che sia competitiva ed equa e una società sostenibile, aperta e democratica. Inoltre, la strategia per il decennio digitale della Commissione “Bussola per il Digitale dell’UE” ha definito una visione molto concreta della trasformazione digitale dell’UE e degli obiettivi per il 2030.
In questo contesto, il sondaggio Eurostat sul governo online e sull’identificazione elettronica, condotto durante il 2023, è utile per comprendere la posizione dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri a oltre un terzo del percorso verso la fine del decennio. Secondo il sondaggio, nel 2023 circa il 69% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni nell’UE ha dichiarato di aver utilizzato un sito web o un’app di un’autorità pubblica nell’arco dell’anno. Tuttavia, questo valore varia notevolmente da Paese a Paese: infatti, oltre il 90% delle persone ha utilizzato “l’e-government” in Danimarca (98%), Finlandia, Paesi Bassi e Svezia (tutti 95%). Nel frattempo, lo stesso valeva solo per il 61% in Italia, il 30% in Bulgaria e il 23% delle persone in Romania. Osservando più nel dettaglio le diverse attività di “e-government”, si scopre che nel 2023 le persone hanno dichiarato di aver utilizzato i servizi di “e-government” più spesso per ottenere informazioni su servizi, benefici, leggi, orari di apertura o simili (42%).
Per quanto riguarda, invece, l’identificazione elettronica (ID), nel 2023 il 41% delle persone di età compresa tra 16 e 74 anni nell’UE ha dichiarato di aver utilizzato la propria ID per accedere ai servizi online per scopi privati. Invece, nei singoli paesi dell’UE varia da oltre il 90% in Danimarca (98%), Paesi Bassi (95%), Finlandia (94%) e Svezia (93%), a meno del 50% in Italia e a meno del 10% a Cipro, Germania (entrambi 9%) e Bulgaria (6%). In particolare, la fascia d’età che ha utilizzato più spesso la propria ID durante l’anno scorso è stata quella compresa tra 25 e 34 anni (50%), seguita da quella tra 35 e 44 anni (49%) e da quella tra 45 e 54 anni (44%).
In conclusione, la sensazione è che la strada per il 2030 sia ancora lunga, soprattutto per quello che concerne le notevoli differenze tra gli Stati membri.
Per maggiori informazioni: il sondaggio di Eurostat