Carta dei diritti fondamentali ed Unione europea: il Rapporto europeo per l’anno 2017

2597

Dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il 1 dicembre del 2009, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è diventata vincolante e si rivolge primariamente alle Istituzioni europee affinchè preservino i diritti fondamentali in modo uniforme sul territorio. Per questa ragione, la Commissione ha adottato la Strategia sulla effettiva implementazione della Carta che, prevede, tra gli altri, lo strumento della Relazione annuale per verificare lo stato della tutela dei diritti fondamentali nei singoli Stati membri.

Nel 2017 molte sono state le sfide che i diritti fondamentali hanno dovuto supportare, nonostante gli strumenti messi in campo a loro tutela siano stati molteplici ed efficaci.

La scelta di destinare un Fondo per la Giustizia, i Diritti e i Valori per l’anno 2018 dimostra che l’Unione europea ha deciso di investire maggiormente negli strumenti che favoriscono un coinvolgimento più effettivo dei cittadini, al fine di potenziare i meccanismi democratici.

Durante il 2017 una delle maggiori azioni realizzate è stata la creazione del Pilastro Sociale europeo e delle relative azioni realizzate: degne di nota sono quelle relative al bilanciamento tra le esigenze della vita personale con quelle della vita lavorativa o quelle finalizzate all’aumento delle tutele nei confronti dei lavoratori precari o maggiormente svantaggiati.

Inoltre, il Rapporto evidenzia che l’Unione europea si è anche impegnata per prevenire e combattere la violenza sulle donne, firmando la Convenzione di Istanbul e promuovendo un piano di azione contro il divario che esiste nello stipendio tra uomo e donna.

A seguito di una comunicazione che predisponeva una serie di misure a tutela dei minori migranti, a giugno dello scorso anno il Consiglio ha adottato la relativa conclusione ed è stata creata la Rete europea per garantire la custodia dei minori migranti.

Altro importante traguardo è stata la fruttuosa cooperazione intercorsa tra Commissione, aziende di comunicazione e Stati membri che ha portato all’accordo sulla cessazione nel minor tempo possibile di discorsi d’odio sviluppati online e sono, altresì, stati predisposti gli strumenti legislativi necessari per rendere perseguibili i relativi atti compiuti.

Infine, grazie alla raccomandazione che la Commissione indirizzata ai singoli Stati membri, la Relazione ha evidenziato i risultati che sono stati raggiunti nel campo del miglioramento del sistema giudiziario, precondizione necessaria per garantire un effettivo Stato di diritto.

 

Approfondisci qui e qui

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here