La Commissione europea ha pubblicato, il 31 ottobre scorso, la relazione 2024 sui progressi dell’azione per il clima da cui emerge che nell’UE, nel 2023, le emissioni nette di gas a effetto serra sono diminuite dell’8,3%. Si tratta del calo più alto mai registrato negli ultimi decenni ad eccezione del 2020, anno in cui, a causa del Covid 19, le emissioni hanno raggiunto un calo ancora maggiore (9,8%)
Le emissioni di gas rispetto al 1990 sono diminuite del 37% e il PIL è cresciuto del 68%, dimostrando il continuo disaccoppiamento tra emissioni e crescita economica.
Le tendenze sottolineate dal rapporto sembrano confermare la possibilità di raggiungere, entro il 2030, l’obbiettivo di ridurre le emissioni del 55% e, con azioni costanti, di azzerare le emissioni nette entro il 2050. Le emissioni delle industrie e degli impianti elettrici che fanno parte del cosiddetto EU ETS (sistema di scambio di quote di emissione dell’UE), sono diminuite, nonché le emissioni prodotte dal riscaldamento e dalla produzione di energia elettrica e quelle derivate dall’edilizia, dall’agricoltura, dai trasporti, dai rifiuti e dalle piccole industrie. In controtendenza, sono cresciute del 9.5% le emissioni del trasporto aereo.
Nonostante i dati siano positivi, se si vuole arrivare agli obbiettivi preposti per il 2030 è necessario continuare in questo modo, con costanza. In aggiunta, risulta fondamentale che l’UE si impegni anche sul piano internazionale per questa causa, a partire dalla COP29 che si terrà a Baku dall’11 al 22 novembre 2024.
Collettivamente, l’UE, i suoi Stati membri e le Istituzioni finanziarie erogano almeno un terzo dei finanziamenti per il clima a livello mondiale. Visti gli eventi metereologici registrati in questi anni è necessario che il problema del cambiamento climatico diventi una priorità politica per tutti.
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