Bardonecchia: confini, frontiere e muri

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“Andare CONTROMANO è rischioso, ma si vede la gente in faccia”

Si fa in fretta a dire “Europa senza confini”, figuriamoci se poi si tratta di eliminare le frontiere proprio mentre in tanti si danno da fare a costruire muri, non soltanto fisici, per tornare a frammentare un continente, frantumato da sempre nella storia, fino ad autodistruggersi per due volte in trenta anni nella prima metà del Novecento.
C’è un amaro sapore di tutto questo in quanto accaduto a Bardonecchia, dove i doganieri francesi hanno superato i confini, non solo di uno Stato presunto sovrano, ma più ancora quelli che separano la convivenza civile dalla prepotenza e dall’arbitro di chi tiene una pistola alla cintola.
Chissà se a qualcuno è capitato, nell’alta Val di Susa, di alzare gli occhi ai resti dei forti che su quelle montagne segnarono, fino a settanta anni fa, una frontiera ostile tra Francia e Italia che oggi sembra riproporsi non meno pericolosa di allora.
Tanto più pericolosa se riemerge tra due Paesi fondatori della Comunità europea e ad opera di un Paese, la Francia, il cui presidente, Emmanuel Macron, si candida ad esserne il “rifondatore”.
Non poteva far peggio il giovane napoleone francese se voleva dare una mano ai candidati “affondatori” dell’Europa di casa nostra.

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