Ancora insufficienti le misure europee anti-tratta

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Nell’UE si registra ancora una «sostanziale debolezza» delle politiche contro la tratta di esseri umani, mentre per quanto concerne l’assistenza e la protezione delle vittime «solo pochi Stati membri hanno adottato misure proporzionate alla scala del fenomeno».
àˆ quanto rileva un Rapporto di valutazione presentato dalla Commissione europea alla vigilia della seconda Giornata europea di lotta contro la tratta di esseri umani. Secondo il commissario europeo responsabile per Libertà  , Sicurezza e Giustizia, Jacques Barrot, «le cifre riguardanti i procedimenti penali per tratta non sono abbastanza significative e il traffico di persone rimane pertanto un’attività   criminosa con alti guadagni e a basso rischio». Nonostante i buoni progressi registrati nella creazione dei piani d’azione nazionali dei 27 Paesi dell’UE nella lotta contro il traffico di persone, dunque, permangono differenze rilevanti tra norme legislative e loro applicazione.
A livello mondiale si stimano tra le 600.000 e i 4 milioni di persone vittime di tratta, di cui circa la metà   minorenni e oltre l’80% donne. Nella sola Europa occidentale si stima invece che circa 500.000 persone siano ogni anno vittime di tratta
Al fine di potenziare la protezione di queste persone, la Commissione europea ha reso noto di voler rivedere entro la primavera 2009 le decisioni quadro europee sul traffico di esseri umani e sullo sfruttamento sessuale di minori, proponendo ad esempio l’amnistia per gli illeciti legati all’immigrazione illegale riguardanti le vittime di tratta e il rafforzamento della collaborazione con l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL-ILO).

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