Alto rappresentante di chi e di che cosa?

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Di Federica Mogherini, provvisoriamente ancora ministro degli esteri d’Italia, non si sa se colpisca di più l’incoscienza o il coraggio. O forse una magica miscela delle due cose sulla quale qualcuno spera e molti in Europa sono perplessi.

Il Consiglio europeo dei Capi di Stato e di governo del 30 agosto è riuscito a trovare una quadra per due responsabilità apicali nell’UE: la presidenza stabile del Consiglio europeo, nella persona dell’attuale Primo ministro polacco Donald Tusk, e la nomina ad Alto Rappresentante per la politica estera dell’UE e Vicepresidente della Commissione europea, nella persona dell’italiana Federica Mogherini. Di positivo è l’avvenuta decisione, rinviata dopo l’insuccesso del precedente Consiglio europeo dello scorso luglio: era ora, visto quello che sta capitando ai confini dell’Europa, in Ucraina e, non molto più lontano, in Iraq e in Siria con l’ombra lunga del Califfato.

Va detto che non era una decisione facile, con i conflitti in corso e i difficili equilibri da trovare in un’UE frammentata per storia, geografia e famiglie politiche. Per semplificare, si trattava di ripartire responsabilità tra Est e Ovest, Nord e Sud nell’UE e tra le due principali famiglie politiche europee che, in una stagione di “grandi intese”, già si erano spartite la presidenza della Commissione europea, andata al lussemburghese del Partito popolare, Jean – Claude Junker e quella del Parlamento europeo, affidata al socialista tedesco Martin Schulz. La coppia appena designata riproduce uno schema analogo: il Nord-est europeo e il Partito popolare con Tusk, Sud e socialisti con Mogherini.

Questo quanto si vede sul proscenio del teatrino europeo. Che cosa sia accaduto e accadrà dietro le quinte è più complesso. Intanto restano ancora da designare il Presidente dell’Eurogruppo e 26 dei 28 membri della Commissione europea, cui saranno attribuiti portafogli di diverso peso a seconda del Paese e della famiglia politica di provenienza, ma anche a seconda del genere, in particolare di quello femminile, oggi sottorappresentato nelle proposte dei governi, con il rischio che il Parlamento non dia il suo indispensabile accordo.

Da questo gioco l’Italia è uscita, apparentemente vincitrice o, almeno, questa è la convinzione di Matteo Renzi: come al solito così sicuro di sé, al punto da invitare quanti hanno criticato questa operazione a chiedere scusa. Il Presidente dovrà avere un po’ di pazienza e non solo perché in democrazia chi dissente non ha l’obbligo di scusarsi, ma anche perché la partita è tutt’altro che finita. Per capire chi ha veramente vinto bisognerà vedere a chi andranno portafogli importanti come quelli economici, del mercato interno, della concorrenza, del commercio, dell’agricoltura e altri, e verificare che cosa rimarrà di sostanza nel portafoglio altisonante della PESC, quella che viene venduta come “politica estera e della sicurezza comune” e potrebbe rivelarsi una scatola vuota con molte responsabilità e pochi mezzi per esercitarle.

E non è questione – non solo, almeno – delle capacità della persona, secondo alcuni giunta in quella posizione perché donna e giovane. Molto dipenderà oltre che dalla capacità di coesione politica dell’UE sul fronte esterno, dove prevalgono oggi molti interessi divergenti, anche dalla credibilità del Paese e dal governo di provenienza e, in parte non indifferente, dagli sponsor e non è senza significato che il principale perla Mogherinisi chiami Angela Merkel, da qualche tempo attiva sulla politica estera UE.

Alto Rappresentante di chi e di che cosa, allora? Di chi vuole giocare la politica estera in proprio, di chi vuole tenere per sé i portafogli che contano e di chi non vuole un’Europa politica? E di che cosa: di una materia che non è di competenza europea, con la politica estera che resta gelosamente nazionale e con le implicazioni militari delegate a Francia e Gran Bretagna, quando non alla NATO e al suo azionista di maggioranza?

Tante perplessità che giustificano un augurio sincero: speriamo in bene, per Federica Mogherini, per l’Italia e, soprattutto, per l’Europa.

1 COMMENTO

  1. Federica Mogherini è la persona giusta al posto giusto. Anche se è stata proposta da Renzi, è il contrario di lui: non fa annunci, non lecca gelati, misura le parole e ha l’età giusta per chi ha voglia di lavorare e fare cose concrete. Spero che non ci deluda.

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