A un anno dall’inizio della guerra

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L’avvicinarsi del primo anniversario di guerra in Ucraina ha segnato un periodo denso di incontri e di discussioni  per disegnare un futuro che, ad oggi, si rivela ancora sospeso e carico di incertezze.

Il 17 febbraio scorso si è tenuta infatti la 59ma Conferenza di Monaco sulla sicurezza globale, una Conferenza senza la presenza della Russia e con l’obiettivo, per i novantasei Paesi presenti, di parlare anche di una possibile pace in Ucraina. Tema sensibile, dalla prospettiva lontana, visto che la sostanza delle discussioni era essenzialmente basata su un maggior sostegno militare della NATO, nonché sull’impegno, per i Paesi membri dell’Alleanza atlantica, di investire di più nella difesa. Ma, come sottolineato dal Presidente francese Macron, la Conferenza non ha potuto che constatare che “non era ancora giunta l’ora del dialogo” con la Russia.

Particolarmente attesa alla Conferenza la posizione del Ministro degli esteri cinese, Wang Yi, la cui presenza ha rimesso sotto i riflettori un altro aspetto delle relazioni internazionali che si stanno progressivamente ridisegnando sull’onda lunga della guerra in Ucraina, vale a dire la prospettiva di un impegno cinese per un percorso di “pace”, legato tuttavia alle relazioni, a dir poco tese, con gli Stati Uniti e alla loro non ingerenza sulla questione di Taiwan. Il Ministro cinese non ha reso noto le sue proposte, annunciate in dodici punti e che ha illustrato al Presidente Putin durante la sua visita a Mosca di questi giorni. Sono proposte che non mancheranno di sollevare interrogativi e inquietudini e che corrono sul filo dell’incerta posizione di Pechino adottata finora nei confronti di questa guerra e di Mosca. 

Se il Ministro cinese è volato a Mosca proprio nel giorno in cui Putin pronuncia il suo discorso alla nazione, davanti alla  Duma, il Presidente americano Biden è volato a Varsavia per tenere un discorso alla Polonia e agli alleati della NATO e con una deviazione a sorpresa a Kyjiv, per incontrare il Presidente Zelensky. Due discorsi che si sono incrociati a breve distanza e che hanno messo in evidenza come si stia delineando la contrapposizione fra due mondi, ancora inimmaginabile un anno fa.

Putin, a ridosso di una nuova violenta offensiva in Ucraina, ha illustrato tutte le ragioni della “sua operazione speciale”, ha ribadito le sue minacce, la sua determinazione e la sua forza nucleare, i suoi sogni di ritorno al passato e le sue accuse ad un Occidente considerato in declino e diviso.

Biden, ha ribadito il sostegno incondizionato all’Ucraina, per tutto il tempo necessario. Un messaggio non solo rivolto al Paese aggredito e alla Russia, ma anche agli alleati occidentali, ai loro impegni e alla loro unità e ricordando, senza dirlo, la leadership americana sulla sicurezza in Europa. 

Infine, è stato un momento di incontro anche per la Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, la quale, assente alla Conferenza di Monaco, si è recata per questo doloroso primo anniversario di guerra a ribadire il sostegno dell’Italia all’Ucraina.

Rimane il fatto che dopo un anno di guerra non si intravedono spiragli di pace. Saranno ancora le armi a dettare il prossimo futuro, nella speranza che almeno il dialogo possa apparire all’orizzonte.

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