Disfunzioni del mercato interno e aumento del costo della vita

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Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) richiama la nostra attenzione sul persistente aumento del costo della vita in Europa alimentato in maggior parte dalle disfunzioni del mercato unico. Il CESE, in un dettagliato rapporto d’iniziativa, mette in luce come barriere invisibili ma pervasive- normative, operative ed infrastrutturali- stiano minando la concorrenza, alzando i prezzi e aggravando le disuguaglianze sociali. 

Il parare analizzato del CESE, parte di un più ampio pacchetto dedicato alla crisi del carovita, afferma che la mancata integrazione del mercato unico europeo impedisce un risparmio potenziale fino a 500 miliardi di euro all’anno. Le principali cause si possono individuare all’interno delle pratiche aziendali anticoncorrenziali come le “restrizioni territoriali dell’offerta”, che ostacolano inevitabilmente la libera circolazione dei prodotti fra Stati membri. 

In aggiunta, le normative nazionali divergenti aggravano la situazione. La “sovra regolamentazione” – quando gli Stati membri aggiungono requisiti extra all’attuazione delle direttive europee- genera costi amministrativi che colpiscono soprattutto le piccole imprese e si riflettono sui consumatori finali.  

L’inflazione gioca anche un ruolo determinante nell’aumento del costo della vita in Europa, raggiungendo il picco del 10,6% nell’ottobre 2022 per poi scendere gradualmente al 2,5% nel gennaio 2025. Tuttavia, il calo dell’inflazione non ha comportato una parallela riduzione dei prezzi a causa del fenomeno “razzo e piuma”, dove i prezzi aumentano rapidamente, ma scendono lentamente. L’impatto dell’inflazione, inoltre, non è uniforme: 94,6 milioni di cittadini europei a rischio povertà o esclusione sociale ne hanno subito maggiormente le conseguenze. 

Il parere del CESE sottolinea anche la lentezza della Commissione Europea nel far rispettare le regole del mercato unico. Le procedure di infrazione contro gli Stati membri sono in calo, mentre le denunce si accumulano e i tempi medi di trattamento superano i due anni. Per far fronte a questo problema il CESE sollecita l’adozione di ingiunzioni provvisorie per fermare immediatamente le norme nazionali in contrasto con il diritto dell’UE. 

Il CESE avverte anche sul fatto che senza una vera unione dei mercati dei capitali, una fiscalità più equa e investimenti pubblici mirati, le disuguaglianze continueranno a crescere. Le istituzioni europee devono quindi affrontare con decisione le disfunzioni del mercato unico europeo, per garantire a tutti i cittadini europei un accesso equo ai beni essenziali, salvaguardando in questo modo il cuore stesso del progetto europeo. 

Per approfondire: Il costo della vita, comunicato del CESE

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