Da Katovice poche buone notizie per il Pianeta.

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Si è conclusa il 15 dicembre, dopo due settimane di negoziati fra 196 Paesi, la COP24 di Katowice. Vista l’urgenza di affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici, non si puo’ dire che il risultato della Conferenza sia stato un successo, dato che ha raggiunto solo uno dei due principali obiettivi iscritti all’ordine del giorno.

In positivo, la COP24 ha adottato il “Katowice Climate Package”, ossia l’indispensabile “libro delle regole” con cui attuare effettivamente l’Accordo sul clima di Parigi del 2015. In negativo, i 196 Paesi non sono riusciti a sottoscrivere l’impegno ad una revisione e ad un aumento dei rispettivi obiettivi di taglio delle emissioni.

L’adozione del libro delle regole significa innanzitutto definire le regole che permetteranno ai Paesi firmatari di programmare, attuare e rivedere i loro interventi. In primo luogo definisce le modalità con cui i Paesi forniranno le informazioni sui loro contributi nazionali determinati, (i cosiddetti NDC) per ridurre le emissioni. In seguito, legato a questo primo aspetto, il libro affronta il tema della trasparenza : in che modo e secondo quali regole i vari Paesi presenteranno i progressi fatti, usando tuttavia criteri di flessibilità per i Paesi in via di sviluppo. Infine, il libro contiene le linee guida per definire gli obiettivi di finanziamento climatico e di contabilità dal 2025 in poi, con particolare attenzione al trasferimento di risorse alle economie in via di sviluppo. Un insieme di regole quindi sottoscritte e che dovrebbero impegnare gli Stati firmatari al loro rispetto e permettere in tal modo che l’Accordo di Parigi possa produrre gli effetti sperati.

Regole da rispettare ma che sollevano dubbi sul loro carattere vincolante, nella misura in cui  l’Accordo di Parigi e di Katowice non prevedono sanzioni in caso di non rispetto degli obiettivi fissati. Il libro delle regole impone tuttavia, agli Stati firmatari di ritrovarsi ogni cinque anni per rendere conto, in modo trasparente, dei progressi fatti e per aggiornare e aumentare gli impegni e le ambizioni nella lotta contro il surriscaldamento del Pianeta.

Ed è su quest’ultimo punto che la COP 24 non è riuscita a raggiungere un accordo. Dopo aver preso “conoscenza”  dell’ultimo inquietante rapporto presentato dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, (IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change), il più autorevole organismo scientifico impegnato nella ricerca sul clima, la COP 24 non ha preso impegni per il futuro, non ha ritenuto necessario guardare in prospettiva e dichiarare la volontà di maggiori ambizioni per la riduzione di CO2, mettendo fin da ora in pericolo il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Eppure, il rapporto dell’IPCC, vero campanello d’allarme, è più che mai esplicito al riguardo : “l’emergenza è tangibile, restano solo dodici anni per salvare il clima del Pianeta” e per mantenerlo nei limiti di un aumento di  2°C rispetto ai livelli preindustriali. Al ritmo attuale e senza ulteriori e massicci impegni, la prospettiva sale a più di 3° entro la fine del secolo e, a detta degli esperti, sarebbe necessario triplicare gli sforzi ad oggi previsti.

Sebbene a Katowice fossero presenti tutti gli attori globali e la COP 24 abbia dato un valido esempio dell’importanza di mantenere vivo e attivo l’impegno comune nel quadro di un multilateralismo sempre più messo a dura prova, non si puo’ purtroppo dire che siano state date risposte alle inquietanti sfide in atto.  Preoccupano infatti le posizioni di importanti attori e inquinatori mondiali, come gli Stati Uniti, usciti dall’Accordo di Parigi, la Russia, il Brasile o l’Arabia Saudita.

L’Unione Europea, spesso ai primi posti nella lotta al cambiamento climatico, non è riuscita, a Katowice,  a dar prova di coesione, di unità e di ulteriore impegno in prospettiva, limitandosi ad aderire al libro delle regole.

Il prossimo appuntamento sarà l’anno prossimo in Cile. Con la speranza che non sia un anno perso per far fronte all’emergenza che incalza e che è, ormai, sotto gli occhi di tutti.

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