Il 22 novembre, alla commissione Mercato interno del Parlamento europeo, è stato il momento del voto sulla proposta di direttiva servizi (la Bolkestein così come modificata dalla Commissione europea). Le posizioni degli eurodeputati rimangono distanti sui due punti più controversi: il campo di applicazione della direttiva e il «principio del paese d’origine», che impone all’esportatore di servizi di rispettare solo la normativa del proprio Stato. Un’alleanza fra popolari e liberaldemocratici ha permesso, nonostante la contrarietà di socialisti, verdi e sinistra unita, di inserire i servizi di interesse generale (SIG) nel campo di applicazione e di sostituire il principio del paese d’origine» con il «principio della libera prestazione di servizi». Questo continua a vincolare l’esportatore solo alla normativa del paese d’origine, ma permette al «paese di accoglienza» di prevedere delle esigenze specifiche per il mantenimento della sicurezza e della salute pubblica. Il prossimo passo è il voto in sessione plenaria, previsto per l’inizio del 2006, dove le alleanze fra gruppi politici potrebbero avere una configurazione diversa.
Approfondisci