Siamo giunti alla fine dell’anno e, come sempre, si presenta il tempo dei bilanci e delle prospettive per l’anno che verrà. Tempi tuttavia inquieti che segnano i cambiamenti in corso in questo nostro mondo in pieno movimento.
Il 2024 è stato l’anno delle elezioni nel mondo, elezioni che hanno coinvolto circa metà della popolazione mondiale in 76 Paesi, mettendo alla prova, in molti di essi, importanti o meno, il significato e la tenuta della democrazia e il concetto stesso di elezioni libere.
Dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Asia all’Africa e all’America latina, i cittadini si sono infatti espressi sul loro futuro, consapevoli o meno che il risultato del loro scrutinio, in molti casi, andava ad incidere non solo sulle politiche del loro Paese, ma innescava ricadute politiche e geopolitiche a livello più globale.
Particolarmente significative al riguardo le elezioni per il Parlamento europeo nell’Unione e le varie elezioni negli Stati membri e nei Paesi candidati all’adesione, Moldavia e Georgia; le elezioni negli Stati Uniti con la vittoria dei repubblicani e il ritorno di Donald Trump e di tante incertezze ; le elezioni in India, la democrazia oggi più popolosa al mondo e sulla strada per diventare un attore geopolitico sempre più importante ; le torbide elezioni in Russia dove Putin, al suo quinto mandato, è stato rieletto con il 90% dei voti e all’indomani della morte del suo dichiarato oppositore Navalny, confermando in tal modo il suo ruolo di Presidente autocratico e indispensabile ; le elezioni a Taiwan, isola di democrazia sulla quale non solo si focalizza la conflittualità fra Cina e Stati Uniti, ma anche territorio di rilevante importanza geoeconomica dovuta alla presenza di giganti tecnologici dell’informazione e del digitale.
Basta incrociare i risultati di queste elezioni per cogliere il significato globale e l’impatto sulle grandi sfide del futuro : le guerre in Ucraina e nel Medio Oriente, alla luce anche degli ultimi avvenimenti in Siria con la caduta, dopo cinquant’anni, della dinastia sanguinaria degli al-Assad e l’arrivo di un nuovo governo che genera incertezza ; i rapporti fra la Russia, l’Europa e l’Occidente, in particolare in tema di sicurezza e di difesa ; il futuro dei Paesi che vorrebbero entrare a far parte dell’Unione Europea, contrastati dalle pressioni fatte da Mosca, come dimostrano le tenaci manifestazioni in corso in Georgia e il timido risultato delle elezioni in Moldova ; i rapporti commerciali con la Cina, in marcia per la costruzione della Nuova via della seta e l’emergere di nuovi attori sulla scena internazionale, quali i BRICS ; la lotta ai cambiamenti climatici a fronte dei deludenti risultati delle COP ONU e delle resistenze dei Paesi produttori di fossili ; le transizioni verdi e digitali; le migrazioni ; il rispetto e il consolidamento del diritto e della giustizia internazionali nonché delle Istituzioni che lo rappresentano.
Per far fronte a tante sfide globali e in particolare sull’ultimo punto, non va sottovalutata l’iniziativa del primo “Vertice per il Futuro” delle Nazioni Unite, tenutosi lo scorso settembre, volto in particolare a ridare forza, credibilità e legittimità all’ ONU nella sua missione primaria per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.
Al riguardo, il 2024 non ha aperto, purtroppo, spiragli di pace sui fronti delle guerre in corso. In Ucraina, le distanze per un dialogo fra Russia e Ucraina sono ancora troppo grandi per intravedere una soluzione giusta e duratura. Anche in Medio Oriente non si intravede pace all’orizzonte e il rischio è un continuo pericolo di escalation.
Sono questi i temi che faranno da sfondo anche l’anno prossimo sulla scena internazionale e sulle agende dei politici del mondo. Con la speranza che la pace rimanga al centro di tutte le priorità.