Asilo: la Grecia non garantisce i diritti di base

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I richiedenti asilo si trovano di fronte a enormi difficoltà   e non godono delle garanzie basilari in Grecia, per questo è necessario sospendere i loro trasferimenti in questo Paese secondo il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg.
Presentando le sue osservazioni di fronte alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, il commissario del Consiglio d’Europa ha osservato che le attuali disposizioni legislative e le prassi seguite in Grecia in materia di asilo non sono conformi alle norme internazionali ed europee sulla garanzia dei diritti umani. Infatti, ha sottolineato Hammarberg, i richiedenti asilo in Grecia continuano ad affrontare «enormi difficoltà  » per avere accesso alla procedura di domanda di asilo, non godono sempre di garanzie quali l’assistenza di un interprete e la consulenza legale, mentre le vie di ricorso di cui dispongono attualmente per contestare il rifiuto della domanda «non possono essere considerate effettive». Desta particolare preoccupazione il fatto che richiedenti asilo trasferiti in Grecia «rischiano di essere rinviati verso Paesi pericolosi per la loro incolumità  », oltre al fatto che le condizioni di accoglienza in Grecia «sono lungi dall’essere soddisfacenti».
Hammarberg si è quindi dichiarato favorevole alla proposta della Commissione Europea di istituire un meccanismo volto a sospendere i trasferimenti e ad alleviare nel breve periodo i problemi degli Stati particolarmente sollecitati ai sensi del «Regolamento di Dublino», fornendo loro la possibilità   di ricercare un aiuto finanziario e tecnico per affrontare la situazione: «Tale sistema potrebbe contribuire a garantire che i richiedenti asilo non si vedano privati del diritto di un esame completo ed equo della loro domanda» ha spiegato il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.
Qualche settimana prima del Consiglio d’Europa era stata Amnesty International a denunciare la situazione dei richiedenti asilo e dei migranti in Grecia. «I richiedenti asilo e i migranti irregolari non sono criminali. Invece, le autorità   greche li trattano come tali ignorando i diritti loro spettanti ai sensi del diritto internazionale. Al momento, i migranti vengono detenuti automaticamente, senza neanche considerare se tale misura sia necessaria. La detenzione di migranti e richiedenti asilo sulla base della loro condizione di irregolarità   dovrebbe essere sempre una misura da applicare come ultima istanza» aveva dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.
Secondo la denuncia di Amnesty, in Grecia la detenzione prima dell’espulsione puಠdurare fino a sei mesi per i richiedenti asilo e i migranti irregolari, mentre la legge greca considera reato l’ingresso e l’uscita irregolari nel e dal Paese. Le decine di migliaia di migranti irregolari e richiedenti asilo che arrivano in Grecia ogni anno non vengono informati circa la durata della loro detenzione o sul loro futuro, possono essere trattenuti per lunghi periodi di tempo in strutture sovraffollate dove i minori non accompagnati sono detenuti insieme agli adulti, con accesso limitato alle cure igienico-sanitarie. Inoltre, sottolinea Amnesty, pochi richiedenti asilo e migranti irregolari sono riconosciuti come rifugiati dalle autorità   greche: delle oltre 30.000 richieste d’asilo esaminate nel 2009 solo 36 sono state accolte e a 128 persone è stata accordata una protezione sussidiaria.
«La detenzione non puಠessere usata come mezzo per controllare la migrazione. Spetta alle autorità   l’onere di dimostrare in ogni singolo caso che tale detenzione è necessaria e proporzionata all’obiettivo da raggiungere e che le alternative disponibili non sono efficaci» ha osservato Duckworth.

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