Zattere di pietra alla deriva in Europa

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C’è un bel romanzo di José Saramago, “La zattera di pietra”, pubblicato dallo scrittore portoghese poco prima di ricevere, nel 1988, il premio Nobel per la letteratura. Vi si racconta la sorprendente vicenda della penisola iberica che, staccatasi dalla linea di saldatura dei Pirenei con la Francia, prende il largo verso orizzonti sconosciuti, nostalgica del suo passato imperiale nell’America latina.

Capita spesso che scrittori di narrativa di qualità disegnino traiettorie immaginarie raccontando  meglio della saggistica come va il mondo e, qualche volta, anticipando anche come andrà.

Potrebbe essere il caso di questo nostro continente, anch’esso esposto per le sue numerose faglie – tanto verticali tra nord e sud che orizzontali tra ovest ed est – a movimenti tellurici destinati a frammentarlo, con inquietanti ritorni al passato con il suo corteo di guerre.

La metafora della zattera può aiutare di questi tempi a leggere quanto accade con alcuni pezzi importanti del continente europeo, alcuni già alle prese con pericolose derive e altri che potrebbero esserne tentati. Prendiamo, non a caso, tre Paesi importanti come la Russia di Putin, il Regno Unito di Liz Truss e l’Italia con il suo futuro governo.

La storia testimonia della feconda presenza della Russia, almeno di una sua parte, in Europa, come nel caso della sua ricca cultura e del suo impegno a salvare l’Europa dalla follia nazista. Alterne vicende della sua vita politica l’hanno messa in tensione con il resto del continente, fino alla drammatica decisione di invadere l’Ucraina con la triste conseguenza di diventare una “zattera di pietra”, isolata dal resto dell’Europa.

Una vicenda, fortunatamente pacifica, quella del Regno Unito, un Paese-isola che non aveva bisogno di prendere il largo dal continente, non solo per la sua collocazione geografica ma anche per la sua vecchia storia imperiale e per il suo tentativo azzardato di staccarsi dall’Unione Europea, con una Brexit dai costi più alti del previsto per i britannici. A questo si aggiunge l’avvitamento del suo nuovo governo sulla scia di una crisi politica che dura da anni e che, nei giorni scorsi, ha dato un penoso spettacolo di totale incompetenza con misure economiche e fiscali spericolate, precipitosamente ritirate e accompagnate dal cambio di guardia in ministeri importanti e seguito dalle dimissione del Primo ministro Liz Truss, dopo appena 44 giorni a capo del governo.

Ancora tutta un’altra storia quella che potrebbe profilarsi per l’Italia con il nuovo governo in formazione, mentre sono già abbastanza chiari i segnali di marcia, come risulta dalle recenti responsabilità della destra ai vertici del Parlamento. La scomposta campagna elettorale che aveva preceduto il voto del 25 settembre annunciava inquietanti tentazioni di prendere le distanze, se non il largo, dal processo di integrazione europea, invocando il ritorno di “patrioti” chiamati a salvare l’Italia dalle spire “opprimenti” della burocrazia di Bruxelles.

Qualcuno, anche più scriteriato, ha continuato ad agitare la bandiera di uno scostamento di bilancio difficilmente compatibile con lo stato della finanza pubblica italiana, prima ancora che con le regole dell’UE pur liberamente sottoscritte.

È l’Italia un Paese che nella storia è stato tra i protagonisti della cultura europea e che, dopo le tragedie del nazionalismo novecentesco, è stato tra i sei Paesi fondatori della Comunità europea e da oltre settant’anni è rimasto saldato, con intensità diverse, al continente dove si trova anche il suo principale spazio commerciale. Sarebbe bene che di questo si avesse memoria per le politiche future, senza rischiare di rompere il clima di collaborazione nell’UE. Il rischio per l’Italia potrebbe essere quella di diventare una “zattera di pietra” alla deriva nel Mediterraneo o, peggio ancora,  prima o poi di andare a fondo.

1 COMMENTO

  1. Bella l’immagine ripresa da Saramago ma la zattera potrebbe essere “la penisola dell’Asia” e non la Russia.

    Glenn Diesen (born 1979) Europe as the Western Peninsula of Greater Eurasia – Geoeconomic Regions in a Multipolar World Rowman & Littlefield Publishers (2021).

    Adelia Bertetto

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