In una settimana in cui la cronaca italiana è costellata di tragici episodi di violenza contro le donne, una delle poche buone notizie viene da Bruxelles, ove è stato portato a termine il percorso di ratifica della Convenzione di Istanbul, il trattato contro la violenza sulle donne e la violenza domestica stipulato nel 2011 a cui, nel corso degli anni, hanno già aderito 21 Paesi UE su 27 (mancano all’appello, avendo sottoscritto ma non ratificato il trattato: Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria).
L’adesione vincola l’Unione europea nel suo complesso ad uniformarsi agli standard previsti in materia di prevenzione e repressione di ogni forma di violenza sulle donne; la Convenzione entrerà in vigore il primo giorno del mese al termine di un periodo di tre mesi a far data dal deposito dello strumento di adesione presso il Consiglio d’Europa.
Non si tratta dell’unico provvedimento in materia di violenza sulle donne in corso di approvazione da parte dell’Unione europea. La Commissione, infatti, nel marzo 2022, ha proposto l’adozione di una nuova direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica che prevede, tra le altre cose, la criminalizzazione di una serie di pratiche violente tra cui la la violenza online in diverse sue forme. Nel 2020 è inoltre stata adottata una strategia per la parità di genere per il periodo 2020-2050 nell’ambito della quale sono previste numerose misure di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza. L’Ue ha inoltre annunciato, lo scorso novembre, l’introduzione di un numero unico di assistenza telefonica per le donne vittime di violenza: 116 016
Si stima, attualmente, che una donna su due nell’Ue abbia subito molestie sessuali. 600.000, invece, sono quelle che hanno subito mutilazioni genitali.
Per approfondire: il comunicato della Commissione europea