Vertice UE-Cina. Difendere gli interessi e i valori dell’UE in un partenariato complesso e vitale

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I rapporti tra l’UE e la Cina sono diventati fondamentali per affrontare le sfide poste da un mondo sempre più globalizzato

Il 22 giugno 2020, in videoconferenza, si è svolto il 22esimo vertice bilaterale tra l’Unione Europea e la Cina. Charles Michel, Presidente del Consiglio europeo, Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, e Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, si sono incontrati con Li Keqiang, Primo ministro cinese, e Xi Jinping, Presidente cinese. 

Michel e von der Leyen hanno sottolineato come i rapporti tra l’UE e la Cina siano diventati fondamentali per affrontare le sfide poste da un mondo sempre più globalizzato, soprattutto in tema di commercio, difesa del clima e risposta alla crisi sanitaria. Tuttavia, il Presidente del Consiglio europeo ha ricordato come i due attori non condividano «gli stessi valori, gli stessi sistemi politici o l’approccio al multilateralismo. Ci impegneremo in modo chiaro e fiducioso, difendendo con forza gli interessi dell’UE e restando fermi sui nostri valori.»

Nel corso dell’incontro, l’Unione Europea ha rimarcato l’importanza di far progredire i negoziati per raggiungere un accordo globale sugli investimenti UE-Cina che affronti le attuali asimmetrie nell’accesso al mercato e garantisca condizioni di parità. Sono necessari progressi urgenti, in particolare per quanto riguarda il comportamento delle imprese statali, la trasparenza sulle sovvenzioni e le norme che affrontano il problema dei trasferimenti forzati di tecnologia.

In merito al commercio, è stata sottolineata la necessità di impegnarsi congiuntamente per risolvere una serie di questioni relative all’accesso al mercato e alla regolamentazione. Nello specifico, l’Unione Europea ha accolto con favore la conferma da parte della Cina che la “fase 1” del recente accordo Cina-UWQ sarà attuato in piena compatibilità con gli obblighi dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e senza discriminazioni nei confronti degli operatori dell’UE. 

Rispetto al settore digitale, considerato fondamentale per le economie e le società di tutto il mondo, l’Unione Europea ha rimarcato come lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali debba andare di pari passo con il rispetto dei diritti fondamentali e la protezione dei dati. Per ciò che concerne, invece, il cambiamento climatico, il contributo della Cina, in quanto partner dell’Unione nell’ambito dell’Accordo di Parigi, è di primaria importanza, ma Pechino deve impegnarsi in un’azione interna decisa e ambiziosa per ridurre le emissioni a breve termine e fissare un obiettivo di neutralità climatica il più presto possibile.

In risposta alla pandemia COVID-19, l’Unione Europea ha evidenziato la responsabilità condivisa di partecipare agli sforzi globali per fermare la diffusione del virus, promuovere la ricerca sui trattamenti e i vaccini e sostenere una ripresa globale verde e inclusiva. L’UE ha, inoltre, sottolineato la necessità di solidarietà nell’affrontare le conseguenze nei Paesi in via di sviluppo, in particolare per quanto riguarda la riduzione del debito. L’Unione ha, infine, invitato la Cina a partecipare pienamente alla revisione indipendente degli insegnamenti tratti dalla risposta sanitaria internazionale al COVID-19, come richiesto dalla risoluzione adottata nell’ultima Assemblea mondiale della sanità.

In merito al tema Hong Kong, l’Unione Europea ha espresso la propria preoccupazione rispetto alle misure adottate dalla Cina per imporre la legislazione di sicurezza nazionale di Pechino. L’UE ritiene, infatti, che tali misure non siano conformi alla Legge fondamentale di Hong Kong e agli impegni internazionali della Cina e che esercitino pressioni sui diritti e sulle libertà fondamentali della popolazione tutelati dalla legge e dal sistema giudiziario indipendente.

L’Unione Europea ha, infine, dichiarato la propria preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti umani, compreso il trattamento delle minoranze nello Xinjiang e in Tibet e dei difensori dei diritti umani, nonché le restrizioni alle libertà fondamentali.

Per approfondire: il comunicato della Commissione europea 

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