Verso un’Europa più forte e inclusiva?

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Il Comitato Economico e Sociale Europeo traccia una via per rinnovare la politica di coesione comunitaria.

Dopo la richiesta di un parere esperto da parte della presidenza di turno spagnola del Consiglio dell’Unione Europea (insediatasi il 31 luglio scorso), il CESE ha emesso diverse raccomandazioni volte a strutturare una “politica di coesione 2.0”.

In particolare, la nuova politica, fondata sul principio secondo cui nessuno dovrebbe essere lasciato indietro, dovrà per prima cosa affrontare la spinosa questione delle disparità di opportunità a livello territoriale e socio-economico, non solo tra gli Stati membri, ma anche all’interno delle regioni e delle città. Infatti, queste disuguaglianze hanno un impatto estremamente negativo sulla crescita a lungo termine e sulla competitività a tutti i livelli all’interno dell’UE e bisogna, quindi, ricercare una convergenza tra tutti i territori dell’UE.

Per far ciò, è di vitale importanza adottare un approccio dal basso verso l’alto basato sul partenariato e il coinvolgimento delle numerose parti civili portatrici di interessi, definendo di conseguenza il sostegno finanziario e gli obiettivi. Inoltre, per il CESE, è necessario preservare la sostenibilità delle piccole e medie imprese (PMI), riconoscendo allo stesso tempo l’importanza di finanziare le grandi imprese (soprattutto nei settori tecnologici) attraverso iniziative come la piattaforma Tecnologie Strategiche Per l’Europa (STEP).

Adesso sarà essenziale, per continuare a sperare in un’Europa più inclusiva e strategicamente autonoma, tradurre queste prospettive e raccomandazioni in fatti.

Per maggiori informazioni: il comunicato del CESE

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