Unione Europea e Cina, un vertice senza dialogo

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Mentre la guerra della Russia in Ucraina continuava con il suo carico giornaliero di indicibili orrori che credevamo relegati nel profondo della storia, si è tenuto a Bruxelles, il 1° aprile, il Vertice Unione Europea – Cina. Era un Vertice previsto da tempo, ma l’attualità non poteva far altro che mettere i riflettori sulle intenzioni di Pechino in un momento così cruciale per l’insieme e il futuro delle relazioni internazionali.

Per l’Unione Europea l’occasione era importante per assicurarsi che la Cina non avrebbe fornito aiuto  alla Russia e che non avrebbe boicottato le sanzioni decise dall’Occidente. Ne è scaturito un dialogo di sordi, dove Il silenzio della Cina al riguardo e soprattutto nei confronti della ricerca di una soluzione condivisa del conflitto è rimasto pesantemente e pericolosamente in sospeso. Lo scarno comunicato stampa dell’UE, uscito alla fine del Vertice, è alquanto esplicito sulla distanza e la freddezza dell’impegno cinese e sulla conseguente indisponibilità a dire con chiarezza la scelta di campo. Eppure si trattava di un Vertice che faceva seguito ad altri importanti incontri a Bruxelles tenutisi nella settimana precedente, quali il G7, la NATO e il Consiglio Europeo, tutte riunioni che cercavano di prendere posizione non solo sul come fermare la guerra, ma anche sull’evoluzione del nuovo contesto globale che sta emergendo dopo l’aggressione di Putin nel cuore dell’Europa e dell’Occidente. In questo scenario, le relazioni dell’Unione Europea con la Cina, presenti e future, presentavano e presentano un interesse di esplicita e significativa importanza.

Un’importanza che ruota intorno a due assi principali, quello dell’evoluzione delle relazioni fra i grandi attori globali, Cina, Stati Uniti, Unione Europea e Russia e quello delle relazioni economiche e commerciali della Cina, dove la parte dell’Unione Europea è ai primi posti.

Sul primo asse della geostrategia, pesa in particolare la posizione di contrasto fra gli Stati Uniti e la Cina, una posizione oggi al centro dei rapporti di forza globali e che riversa inevitabili conseguenze anche sui rapporti fra Unione Europea e Cina, in particolar modo in questo specifico periodo in cui sembra rafforzarsi la coesione del mondo occidentale nei confronti della Russia. 

Rimane tuttavia in sospeso l’evoluzione del rapporto fra Cina e Russia, anche se, alla vigilia del Vertice con l’UE, Pechino ha riconfermato a Mosca la sua amicizia “senza limiti”. Un’amicizia che sembra creare tuttavia, con il proseguire della guerra in Ucraina, le prime difficoltà a Xi Jinping, diviso fra un partenariato strategico con Putin e le esigenze economiche minacciate dal conflitto.

Sul versante dei rapporti economici e commerciali infatti, non va dimenticato che l’Unione Europea è il primo partner commerciale della Cina, (828 miliardi di dollari nel 2021), seguita dagli Stati Uniti (756 miliardi di dollari) e, in un lontano terzo posto, dalla Russia (147 miliardi di dollari). E’ evidente da questo punto di vista tutto l’interesse strategico cinese ed europeo di una tale realtà e interdipendenza economiche. Resta tuttavia in sospeso la domanda più importante e riguarda il fatto che Putin e Xi condividono la stessa visione del potere, ben diversa da quella delle nostre democrazie occidentali. Quale sarà quindi il contenuto di questa nuova pagina di storia globale che la guerra in Ucraina sta scrivendo proprio in questi tragici giorni e sotto i nostri occhi?

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