Unione Europea dentro e/o fuori, incontro dibattito sull’attualità europea – sintesi dell’incontro

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Si è svolto il 5 maggio scorso il seminario del titolo “Unione Europea dentro e o Fuori” organizzato da Apice in collaborazione con il settimanale “La Guida” che lo ha ospitato.

In apertura, il presidente di Apice Franco Chittolina ha inquadrato in un orizzonte europeo temi di stringente attualità, in particolare il lavoro e occupazione giovanile. «A pochi giorni dal primo maggio – ha sostenuto Chittolina – non poca è la preoccupazione che anima sia giovani generazioni sia le altre, se si allarga l’analisi a dati riguardanti non solo la già vasta cerchia di chi è alla ricerca di un impiego, ma anche ai cosiddetti disoccupati di lunga durata, ai lavoratori in nero e il lavoratori poveri a bassa retribuzione, precari ovvero quell’insieme degli “esclusi sociali”. Un’immagine drammatica di un paese già in difficoltà, in cui una fetta cospicua di popolazione è parte inattiva, estranea al processo economico e sociale».

L’intervento si è poi concentrato, con il contributo di Pierre Jonckheer, presidente della GEF – Green European Fundation sul «tangibile rischio di una profonda frammentazione» europea, un processo di divisione tra Paesi debitori e creditori, tra Paesi giuridicamente uguali ma politicamente diversi, aprendo un panorama favorevole all’unione federale. In questo contesto è stato sottolineato il difficile ruolo della Commissione Europea di promuovere iniziative in un quadro tanto disomogeneo.

Non è mancato il riferimento alle elezioni nel Regno Unito, con la vittoria dei Conservatori di David Cameron (uscita dalle urne – ndr) che potrebbe portare a un referendum sulla permanenza di Londra nell’UE (in Campagna elettorale Cameron aveva annunciato il referendum per il 2017).

Tema di riflessione anche la Grecia sull’orlo del precipizio, con il problema del debito e il rispetto delle regole dettate dall’Unione.

Guardando ai confini dell’Unione e agli «agitati conflitti» che li pervadono, Adriana Longoni ha iniziato il suo excursus dalla vicina Ucraina con il cessate al fuoco di febbraio 2015, che non ha prodotto la tanto sperata apertura al dialogo; collegato questo tema è quello delle relazioni con la Russia, con un capitolo specifico dedicato al destino delle sanzioni.

Altra frontiera degna di attenzione è la Turchia, «il nostro trampolino verso l’Asia, fresca della centenaria ricorrenza di quello che viene generalmente considerato genocidio».

In conclusione del suo intervento Longoni ha affrontato le questioni dell’area mediorientale e della crisi umanitaria del Mediterraneo: come affrontare il disperato bisogno di accoglienza, di dignità, di futuro di «testimoni di un intero continente in viaggio, in fuga da se stesso». Immagini forti che contrastano irrimediabilmente con i modesti risultati delle operazioni Triton e Poseidon e con la recente discutibile posizione del primo ministro britannico Cameron («pronti a fornire aiuti ma non accoglieremo migranti»).

Al termine dei tre interventi è stato aperto uno spazio di dibattito. Tra i temi affrontati il Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti tra USA e Europa (TTIP), le migrazioni (quale ruolo e quali scelte per l’Europa), le guerre a volte dimenticate (Mali, Nigeria) ma che sono emergenze «di fronte alle quali non è possibile reagire con superficialità, che lanciano quotidianamente numeri di morte e disperazione», difficili anche solo da immaginare, ma che portano un messaggio chiaro, fanno memoria storica delle responsabilità di ognuno e dovrebbero farci riflettere prima di puntare il dito, correre con un giudizio, o restare indifferenti spettatori.

In conclusione i relatori, supportati dal moderatore della serata, Ezio Bernardi, direttore de “La Guida”, anche rispondendo alle sollecitazioni della platea hanno concordemente sostenuto che l’Unione Europea così com’è oggi, non corrisponda alle aspettative dei padri fondatori né tantomeno a quelle di coloro che ancora credono profondamente nell’Unione e auspicano che si debba lavorare nel creare i presupposti per riconquistare la fiducia e la credibilità nei confronti dei cittadini europei e si arrivi a una vera unione politica, che investa con un piano efficace e concreto di intervento nelle problematiche attuali.

Scheda a cura di Elena Tassone

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