Svolta in Serbia: arrestato Karadzic

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Dopo 13 anni è finita la latitanza di Radovan Karadzic, ex leader serbo-bosniaco ricercato dal Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia (TPIJ) dell’Aia che lo accusa di genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità  .
Le autorità   serbe hanno reso noto di aver prima localizzato e poi arrestato l’ex presidente dell’autoproclamata Repubblica dei serbi di Bosnia, ricercato per crimini di guerra dal TPIJ e contro il quale l’Interpol aveva emesso un mandato per crimini contro l’umanità  , la vita e la salute pubblica, genocidio, gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra del 1949, omicidio e violazioni delle norme e delle convenzioni di guerra.
L’arresto è avvenuto poche settimane dopo la formazione del nuovo governo serbo guidato dal blocco liberal-democratico del presidente Boris Tadic e del premier Mirko Cvetkovic e a pochi giorni dalla nomina alla guida dei servizi segreti serbi di un giovane funzionario di polizia, Sasa Vukadinovic. Un nuovo corso per la Serbia, nonostante il governo abbia dovuto affidare a uomini del partito socialista che fu di Milosevic il ministero dell’Interno, che non a caso si è affrettato a escludere un suo ruolo nell’operazione di arresto.
Nel 1989 Karadzic fu tra i protagonisti della fondazione in Bosnia Erzegovina del Partito Democratico Serbo (Srpska Demokratska Stranka) che si proponeva di proteggere e rafforzare gli interessi dei serbi di Bosnia Erzegovina. Il 3 marzo 1992 un referendum cui avevano partecipato solo i croato-bosniaci e i bosniaci musulmani (boicottato dai serbi di Bosnia) sancì l’indipendenza della Repubblica di Bosnia dalla Jugoslavia. Poco più di un mese dopo la Bosnia Erzegovina fu riconosciuta dall’ONU come Stato indipendente, ma i serbi di Bosnia non riconobbero il nuovo Stato e proclamarono la nascita della Repubblica Serba (Republika Srpska), di cui Karadzic divenne presidente. Tra il 1992 e il 1995 la guerra di Bosnia causಠcirca 200.000 morti e gli allora leader politico e militare dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic e Ratko Mladic, ebbero enormi responsabilità  : la doppia accusa di genocidio nei loro confronti riguarda soprattutto la strage di Srebrenica (circa 8000 bosniaci musulmani uccisi l’11 luglio 1995) e l’assedio di Sarajevo (aprile 1992 – febbraio 1996), ma anche per aver ordinato la «pulizia etnica» di popolazioni bosniache e croate.
Il 25 luglio 1995 il TPIJ ordinಠla cattura di Karadzic e Mladic, ma nonostante la gravità   delle imputazioni i due ignorarono il mandato d’arresto e Karadzic restಠancora per un anno, fino al 1996, il leader dei serbi di Bosnia. Almeno fino all’autunno del 2000 e al crollo del regime dell’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, Karadzic e Mladic non fecero molto per sparire: il primo avrebbe goduto anche dell’appoggio della Chiesa ortodossa, che lo avrebbe più volte ospitato nei suoi monasteri; il secondo pare abbia continuato ad abitare nella sua casa di Belgrado.
Negli anni successivi il quadro politico della Serbia, e dei Balcani in generale, è poi cambiato notevolmente, ma non la condizione dei due supericercati dalla comunità   internazionale che hanno goduto di ampie protezioni nella regione. Una stagione che ora pare definitivamente conclusa.

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