Sono talvolta bravi i commentatori politici a raccontare le avventure del potere, lo sono molto di più artisti e scrittori ad anticiparne le evoluzioni quando decidono di indagare le costanti dell’agire umano nelle sue molte varianti.
Di questi “visionari” prendiamone uno tra tanti, il nostro Luigi Pirandello, in una delle sue celebri commedie come quella intitolata “Questa sera si recita a soggetto” e proviamo a leggerla con lo sguardo alla nuova legislatura europea 2024-2029 che, dopo una lunga gestazione, si è aperta formalmente dopo il voto del 27 novembre al Parlamento europeo, con un consenso risicato per Ursula von der Leyen del 51,4% degli europarlamentari, pesantemente sotto la soglia del voto di investitura a luglio.
Nata con una maggioranza fragile, figlia di alleanze flessibili e a geometria politica variabile, la nuova Commissione europea entra in scena senza un copione già scritto e sembra affidarsi, come nella commedia pirandelliana, all’improvvisazione degli attori, sfidando lo sconcerto del pubblico in platea ad opera di un regista di rigido profilo tedesco, convinto di poter governare comunque la sua compagnia di giro. Verrebbe voglia di dare un nome ad ognuno dei personaggi in commedia, ma è proprio dell’arte lasciare libero sfogo alla fantasia e così è giusto che sia, limitando le allusioni alla possibile trama dei cinque prossimi anni di vita dell’Unione Europea.
Si comincia con il protagonismo della presidente tedesca Ursula von der Leyen, “padrona” della sua squadra di 26 commissari, una larga maggioranza in provenienza dalla sua famiglia politica, con qualche inserimento, a sinistra e a destra, per dare un’apparenza di equilibrio.
Una traccia molto labile di copione era stata delineata a luglio, al momento della prima provvisoria investitura, richiamato con cauta sintesi alla vigilia del voto del 27 novembre per blindare un consenso a rischio e in attesa di conoscere a dicembre uno schema di programma di lavoro che lascerà molti spazi in bianco, affidati ad una rischiosa interpretazione a soggetto, senza una visione strategica di lungo periodo.
Soggetto inteso in due sensi: i temi prioritari sui quali intervenire e con quali risorse e i soggetti con i quali trovare spericolate intese per giungere a qualche risultato convincente.
Qui i personaggi in commedia non mancano: non tanto i 26 commissari, che siano o meno vice-presidenti destinati a contare poco, quanto piuttosto i “signori del vapore”, quelli che hanno designato Ursula von der Leyen e che siedono nella vera plancia di comando, il Consiglio europeo dei Capi di Stato e di governo: sono loro in questa Unione intergovernativa ad avere buon gioco a fare il brutto e il cattivo tempo, riuscendo spesso più a farlo brutto che bello, come la storia recente insegna.
La commedia, sia detto con tutto rispetto, cui assisteremo avrà più il sapore di un dramma, con rischi di tragedia, viste le due guerre in corso, l’irruzione sulla scena politica mondiale della nuova sconcertante Amministrazione Trump, con le potenze dell’Indo-Pacifico sedute sul fiume ad aspettare che passi il cadavere, proprio mentre l’Unione Europea aspettare non può più, come le ha ricordato Mario Draghi, se vuole evitare di entrare nel tunnel di una “lenta agonia”.
Resta da vedere come saranno recitate le parti in commedia: quanto conterà realmente questa fragile Commissione europea, quanto sarà capace il Parlamento europeo di farsi carico delle attese dei cittadini, almeno di quella scarsa metà che ha votato e come si intrecceranno le alleanze tra le “Nazioni”, come adesso usa dire, che già dal nome usato mandano a dire la poca voglia di procedere sulla strada dell’integrazione economica, sociale e politica di un continente chiamato ad unificarsi e pericolosamente a rischio di ulteriore frammentazione.
Forse, a capire meglio cosa potrà succedere, ci potrà ancora aiutare Pirandello, con le altre due commedie della sua trilogia dai titoli intriganti: “Sei personaggi in cerca d’autore” e “Ciascuno a suo modo”. Buon spettacolo a tutti.