Salgono le tensioni tra gli USA e l’Unione Europea

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Doveva essere un tranquillo Consiglio europeo quello dei Capi di Stato e di governo la settimana scorsa a Bruxelles. Tutti pronti a complimentarsi con Angela Merkel per il suo straordinario successo alle elezioni tedesche di settembre, con la speranza che adesso avrebbe alleggerito le pressioni sull’austerità e accelerato sulla strada dell’unione bancaria per arrivare un giorno finalmente all’unione politica.

Per la verità all’orizzonte qualche nuvola si andava ingrossando: prima, le tragedie quotidiane a Lampedusa e l’insopportabile indifferenza di molti Paesi europei e, alla vigilia del Vertice, i richiami della Banca centrale europea (BCE) a un’accresciuta severità nei controlli delle banche e, infine, le proposte di riforma dei Trattati, fatte filtrare dalla Cancelleria di Berlino per raffreddare le speranze di chi sperava dalla Germania un po’ di flessibilità nella gestione delle finanze pubbliche nazionali.

Tutte nuvole foriere di temporali, ma niente a confronto del ciclone che si sarebbe abbattuto sul Consiglio europeo per lo scandalo delle intercettazioni telefoniche dell’americana “National Security Agency” (NSA) ai danni degli alleati, quelli europei in particolare e, più in particolare ancora, su Parigi e Berlino.

Raccontarci adesso che nessuno ne sapeva niente è almeno disinvolto, se non ipocrita. Man mano che i giorni passano vengono alla luce le collaborazioni offerte – o tollerate – dai governi europei, impegnati anch’essi in operazioni analoghe nel proprio Paese.

Il guaio è che la bomba mediatica è esplosa, probabilmente non a caso, mentre è appena stato avviato un difficile negoziato commerciale tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti per la creazione di una zona di libero scambio tra le due sponde dell’Atlantico e in occasione di un Consiglio europeo che aveva come principale punto all’ordine del giorno il tema dell’ ”agenda digitale” e la necessità di un mercato unico europeo delle telecomunicazioni da completare entro il 2015.

Così due temi, già di per sé molto sensibili, sono entrati in fibrillazione per l’irritazione verso gli alleati americani ma anche tra i Paesi UE, dove tornano a crescere le tensioni con la Gran Bretagna, considerata da molti un cavallo di Troia degli USA nell’UE, che si tratti del supporto dato alle intercettazioni telefoniche americane – e qui l’Italia sembrerebbe essere stata presa particolarmente di mira – o delle regole da convenire per salvaguardare la protezione dei dati nello sviluppo dell’agenda digitale e delle telecomunicazioni europee.

Nasce da questo groviglio di interessi divergenti la nuova e inedita iniziativa franco-tedesca per cercare un chiarimento con gli USA entro dicembre, quando all’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo di dicembre dovrebbe esserci un tema non proprio facile: quello del futuro della politica estera e di difesa europea. E per non farsi mancare niente, anche argomenti pesanti come l’unione bancaria, il coordinamento delle politiche economiche e la dimensione sociale dell’unione monetaria.

È apprezzabile che dentro tutte queste turbolenze il Presidente del Consiglio italiano sia riuscito a fare emergere il tema dell’immigrazione clandestina e un impegno dell’UE per una maggiore solidarietà e corresponsabilità con i Paesi dell’Europa meridionale. Non è ancora l’apertura verso una nuova politica europea dell’immigrazione, ma rappresenta un primo passo per affrontare l’argomento nel giugno 2014, alla vigilia del semestre italiano di Presidenza dell’UE.

Intanto nel Mediterraneo gli sbarchi continuano e la Commissione europea presenterà misure strutturali di intervento entro dicembre. Meglio tardi che mai.

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