Salario minimo in UE: al via la seconda fase di consultazioni

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La Commissione coinvolge le parti sociali per individuare lo strumento più idoneo per un intervento europeo

Si è aperta una nuova fase di consultazione nell’iniziativa promossa dalla Commissione europea per garantire salari minimi ed equi ai lavoratori dell’Unione.

Il progetto, avviato lo scorso gennaio in attuazione del sesto principio del pilastro europeo dei diritti sociali, ha visto la Commissione condurre una prima fase di consultazione esplorativa delle parti sociali europee, in base alle di cui risultanze si è ritenuta necessaria un’ulteriore azione dell’Unione Europea. 

È stata pertanto avviata una seconda fase di consultazione delle organizzazioni sindacali e datoriali europee, allo scopo di individuare le modalità più efficaci per intervenire a livello europeo in materia.

L’obiettivo dell’iniziativa non sarà la fissazione di un salario minimo uniforme a livello europeo, né l’armonizzazione dei sistemi di determinazione degli importi del medesimo, bensì l’adozione di misure idonee a garantire un corretto ed efficace funzionamento dei sistemi di contrattazione collettiva a livello nazionale.

La futura disciplina europea dovrà infatti garantire il coinvolgimento delle parti sociali, l’adozione di sistemi periodici di aggiornamento e la limitazione delle esenzioni dall’applicazione del sistema ove localmente previste. 

Al termine della seconda fase di consultazione, previsto per il 4 settembre 2020, la Commissione individuerà gli strumenti legislativi più idonei a concretizzare le risultanze del percorso, potendo optare per provvedimenti legislativi – principalmente una proposta di direttiva – o non legislativi – una raccomandazione del Consiglio in materia.

Per approfondire: il comunicato della Commissione

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