Rousseau ha detto sì. E Montesquieu?

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“Andare CONTROMANO è rischioso, ma si vede la gente in faccia”

Senza troppe sorprese i grillini si sono esibiti dalla piattaforma Rousseau in un tuffo carpiato con doppio avvitamento e hanno detto sì a un’alleanza con il Partito Democratico, detestato da sempre e staremo a vedere fino a quando.

Adesso Conte passerà da poppa a prua a tentare una navigazione ad alto rischio tra Scilla e Cariddi, tra l’isola Italia lasciataci in eredità dal governo verde-giallo e il continente Europa verso il quale si propongono di orientarla i democratici, facendo rotta verso l’Unione Europea di Davide Sassoli e di Ursula von der Leyen, timonieri del Parlamento e della Commissione europea.

Tutto bene dunque? È presto per dirlo e molti sono i perplessi su quanto accaduto e ancor più su quanto potrà accadere, ma è presto per fasciarsi la testa.
È probabile che in Europa si tiri un respiro di momentaneo sollievo, anche perché bastano le mattane di Boris Johnson con la sua Brexit spacca tutto e i risultati dell’estrema destra in Germania per impedire sonni tranquilli.
In attesa degli eventi merita un momento di riflessione l’esercizio di democrazia diretta vissuto dall’Italia o, più esattamente, da quel zero virgola di italiani che hanno aperto la strada al futuro governo giallo-rosso.

Quando si dice democrazia diretta a proposito dei grillini sarebbe bene chiarire subito: diretta da chi? Da Grillo o da Casaleggio? Da Di Maio o da Di Battista? Certamente non da Toninelli, ma nemmeno dal popolo, il grande assente dalla consultazione.
E poi un’ultima domanda: Rousseau ha detto sì, ma che cosa direbbe di tutta questa vicenda il buon Montesquieu, uno dei padri della nostra democrazia, quella imperniata sulla divisione dei poteri e sulla rilevanza dei corpi intermedi, e costruita poi sulla centralità del Parlamento?
E che cosa direbbe delle dinastie che si succedono implacabili in Italia dai Borboni ai Savoia e adesso a Casaleggio?

Forse si aggrapperebbe anche lui, come molti di noi, alla nostra Costituzione.
Che il cielo ce la conservi, insieme con l’Unione Europea, con il suo e il nostro Parlamento.

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