Resta molto da fare contro la crisi economica

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Mentre il Fondo Monetario Internazionale (FMI) rivede al ribasso le stime sulla crescita economica della zona euro, che dovrebbe scendere del 2% del PIL nel 2009 per poi risalire leggermente dello 0,2% nel 2010, il commissario europeo Joaquim Almunia dichiara che «resta molto da fare a livello europeo e globale» per contrastare la crisi.
Intervenendo al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, il responsabile degli Affari economico-monetari dell’UE ha ricordato che «sono state adottate molte misure sia a livello europeo sia nazionale», di tipo fiscale per usare la politica di bilancio come stimolo alla domanda e misure di politica monetaria per sostenere il settore finanziario e migliorare il funzionamento del mercato, tuttavia esistono «mentalità   diverse tra le due sponde dell’Atlantico, mentre i mercati finanziari sono globali e quindi dobbiamo trovare risposte globali». àˆ quindi necessario un approccio coordinato, sostiene Almunia, perchà© va tenuto conto del fatto che «l’interdipendenza delle nostre economie è cresciuta molto nell’ultimo periodo», pur mantenendo alta l’attenzione verso i Paesi più deboli perchà© «lo spazio di manovra delle diverse economie europee non è lo stesso».
Interdipendenza economica subito messa alla prova dalla nuova norma votata dalla Camera degli USA nell’ambito del pacchetto anti-crisi da 825 miliardi di dollari, secondo cui nello svolgimento dei lavori pubblici possono essere utilizzati solo acciaio e ferro statunitensi, misura ritenuta protezionistica dalla Commissione europea che annuncia possibili ritorsioni commerciali.
Intanto, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa avverte che «l’impatto disastroso della crisi rischia di minare le fondamenta stesse della democrazia» e ricorda ai governi europei che è loro responsabilità   «proteggere i diritti sociali ed umani dei cittadini».

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1 COMMENTO

  1. secondo me tutto questo chiaccherare e non fare ,fa un sacco di casino.in primo luogo dobbiamo ridimensionale il problema per poterlo studiare più affondo, e riportarlo poi su grande scala.cosa intendo con questo,bè intanto se una famiglia ci sono dei problemi come sviluppa le sue risorse per far quadrare il bilancio?si fanno numerose rinunce e si cerca di arrabattarsi qua e là  con cose e persone di qualità  inferiore ma a costo minore.questo non dovrebbe essere possibile.se tutti ci comportassimo così la qualità  verrebbe sterminata in pochissimo tempo con danni spaventosi con salute ecc..i danni sono anche dal punto di vista fiscale in quanto spesso questo lo troviamo in prodotti non regolari e in altrettante manodopere nascoste come chi lavora a nero, da non rincorrere le solite aziende che in quanto tali hanno evidentemente deciso di essere in regola e contribuire quindi al bilancio governativo ma di quelle persone che lo sfruttano in tutti i sensi,non pagando ma usufruendo dei diritti che redditi bassi hanno pur avendo una vita non in linea e riuscendo ad costruire in altri paesi immobili ecc..insomma per andare avanti la madre chiede a tutti di lavorare per il bene comune e a fine hanno si spartiscono i servizi che derivano dal guadagno.chi entra a far parte della famiglia lotta per il bene comune non per l’approfittarsi dell’altro.per me questo si chiama buon senso eticamente corretto.il padre non si rompe la schiena, per lasciar a letto i figli lasciadogli poi i sui beni, ma insegna loro il giusto lavorare per mangiare. deve poi equilibrare fra loro i vari lavori che scelgono.solo così si creano crescite di settori e benessere per più
    persone non dando la stessa pagnotta a tutti ma dividendone molte.lo stesso esercizio non serve a nessuno(se ci fossero tutti calzolai andremmo in giro nudi?non si sfama nessuno sbriciolando la pagnotta….ho paura per il futuro dei miei figli e anche per il mio visto che non ho ancora 40 anni ciao

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